Papaveri e Papere: “La finale: Mahmood chi? Ci vediamo il prossimo anno… magari senza Baglioni”

Peppe Iacomini, portierone della Corneto Tarquinia, oltre che appassionato ed esperto spettatore del Festival di Sanremo, torna a scrivere per lextra.news e ci dice la sua su quanto di canoro, mondano e spettacolare succede sul palco musicale più famoso d’Italia.

E’ la serata del giudizio finale. L’ ultimo atto di una settimana vissuta con sentimento e partecipazione. Cinque serate dove finalmente la protagonista assoluta della Kermesse è tornata ad essere la canzone italiana nonostante una conduzione che ha lasciato molto a desiderare.

Ancora una volta si sono esibiti sul palco del teatro Ariston tutti e 24 i cantanti in gara. Nessuna eliminazione, come già aveva voluto lo scorso anno Claudio Baglioni. Serata lunga come da pronostico ma non si poteva sicuramente immaginare un finale  come quello che è stato.

Apre la maratona finale Daniele Silvestri, mentre la conclude il vincitore della serata dei duetti: Motta con “Dov’è l’ Italia”. Il primo super ospite a ricevere ovazioni da stadio è stato un grandissimo Eros Ramazzotti che si esibisce con il singolo “Vita ce n’è” e subito dopo, insieme al Direttore Artistico e dopo 33 anni, canta nuovamente al Festival l’intramontabile “Adesso tu”. Un pezzo storico: una canzone che ha segnato intere generazioni e che a distanza di anni è ancora attuale.

Esibizione drammatica per Arisa che ha cantato con 39 di febbre e che, per la tensione, è scoppiata a piangere. Gaffe di Bisio con Anna Tatangelo quando è entrato in scena prima che la cantante avesse finito di cantare. Altro ospite atteso e che non ha deluso è stata una fantastica Elisa. Esibizione da brividi per una delle voci più belle del panorama nazionale. Con “Anche Fragile” scalda il pubblico ma con “Vedrai vedrai” di Luigi Tengo lo porta in visibilio.

Alla chiusura del sondaggio grandi polemiche e contestazioni per dei risultati che sono sembrati imbarazzanti e che hanno generato sgomento e rabbia. Se per il Volo e Ultimo il pronostico poteva sembrare scontato è stato quasi imbarazzante vedere sul podio il giovane Mahmood: la notizia più sconvolgente è che poi quest’ultimo è stato addirittura decretato il vincitore del 69° Festival di Sanremo. Secondo Ultimo e terzi Il Volo.

Fischi tra il pubblico già alla lettura del possibile podio: si inneggiava alla Bertè tanto che i presentatori quasi non riuscivano a parlare tanta era la protesta che si era scatenata in sala. E’ incredibile quello che riesce a provocare questa manifestazione. Si parte sempre con curiosità e si finisce quasi sempre con rabbia per dei verdetti che sembrano sempre non essere all’altezza della situazione.

Podio a parte, si contestano posizioni inspiegabili: Francesco Renga quindicesimo, Cristicchi dato da molti come il vincitore finale solo quinto. E’ stato un Festival di Sanremo che ha concluso come peggio non si poteva: il Baglioni nazionale non ha confermato, soprattutto sui social, il grande successo dello scorso anno e i co-conduttori Bisio e la Raffaele non hanno lasciato il segno per come ci si aspettava. Troppo poco accendersi ad intermittenza: il Festival è come una corsa dei 100 metri dove non puoi permetterti di rilassarti un attimo.

Da salvare la decisione di chiamare come ospiti solo cantanti italiani, il non eliminare nessun artista in gara e la serata dei duetti. Per il resto serve urgentemente un cambiamento. Serve brillantezza e modernità. Servono personaggi che hanno fame di successo e  che hanno soprattutto voglia di dimostrare che sono il meglio del momento. Non ci può sedere solamente su quello che è stato.

Grazie a l’extra.news per l’ affetto e la stima che mi riserva ogni anno e grazie a tutti gli appassionati che ci hanno seguito. Ci vediamo il prossimo anno… magari senza Claudio Baglioni.