Riceviamo e pubblichiamo
“Prima Boni ci accusa di risarcimenti danni fantasiosi – prosegue Blasi – poi ci propone i beni disponibili dell’Università Agraria di Monte Romano, evidente lo stato di confusione. Come si può fare una transazione con chi non riconosce l’importo del debito e non sa quanto patrimonio serve per far fronte al debito stesso? Siamo davanti a responsabilità serie di tipo amministrativo”.
“Il riferimento alla datio in solutum tra Università Agraria e Comune di Tarquinia è esempio che Boni dovrebbe capire prima di citare. Per arrivare ad un simile atto è necessario un parere della Corte dei Conti, perizie fatte dall’Agenzia delle Entrate, valutazioni sulla reale disponibilità dei beni. Evidente che non basta una letterina, serve una proposta seria e circostanziata. Trovare un accordo è interesse di Monte Romano – conclude Alberto Blasi – perché come sancito dalla Corte di Cassazione non stiamo valutando con giudizio in corso se c’è un danno, ma a quanto questo ammonti. Palese l’uso del seminativo per oltre venti anni, evidente il taglio dei boschi, il danno esiste ed è ingente. I cittadini di Monte Romano tengano bene a mente quanto statuito ai sensi all’art.46 del R.D. n.332/28: quando le rendite delle terre non bastino al pagamento delle spese su di esse gravanti….l’Università Agraria potrà per sopperirvi imponendo agli utenti un corrispettivo per l’esercizio degli usi consentiti”