“Province figlie di un processo di riforma che si è interrotto”

Riceviamo da Marco Tolli e pubblichiamo

Siamo perfettamente consapevoli del fatto che le province così come si presentano oggi sono figlie di un processo di riforma che si è interrotto. Nell’ordinamento italiano rappresentano l’anello istituzionale più fragile e, pertanto, maggiormente esposto alle ambiguità della politica. La mancanza di prerogative di indirizzo rispetto alle politiche di area vasta, la fragilità economica e finanziaria, ma soprattutto la mancanza di legittimazione popolare rappresentano i limiti principali di enti che, nonostante tutto, continuano a mantenere un rapporto di sostegno alle comunità locali con politiche di coesione territoriale.

Queste attività sono ancora più importanti nelle aree interne. In attesa che il governo in carica decida quale funzione debbano avere le province all’interno dell’ordinamento dello stato, il nostro compito non può essere che quello di far funzionare al meglio le Istituzioni, nel rispetto della legge, ma soprattutto nell’interesse dei cittadini. La provincia di Viterbo non è occupata abusivamente: vi è un presidente giovane e apprezzato, che ha ancora un mandato lungo davanti a sé. Se le elezioni per il rinnovo del Consiglio provinciale – previste per la fine dell’anno – determineranno nuovi rapporti di forza interni al consiglio, non potremmo fare altro che prenderne atto e continuare a lavorare, così come è accaduto fino ad oggi, affinché ci sia la più larga responsabilizzazione dell’aula nelle scelte di governo.

Il modello vigente prevede che sindaci e consiglieri comunali si impegnino alla gestione collegiale dell’ente, definendo con nettezza i compiti della rappresentanza istituzionale rispetto alle prerogative di indirizzo del consiglio. Ma questo i rappresentanti del Centro Destra lo sanno bene, anche perché molte province si trovano nella stessa identica condizione. La Lega quindi, attorno ad un problema che non trova soluzione alle nostre latitudini, cerca solo di imporre al resto del centrodestra un nuovo ordine gerarchico: disciplinare gli alleati. È quello che accade da settimane nel Comune di Viterbo, oggetto di una trattativa sugli assetti di giunta volgare e profondamente distante dai problemi dei cittadini.

Nei prossimi mesi, assieme al nostro congresso, lanceremo una campagna di mobilitazione e di denuncia per l’immobilismo della giunta comunale che pesa come un macigno sulle famiglie, le imprese e la qualità dei servizi.