di Attilio Rosati
A causa dei continui problemi causati dalla schiena lascia il calcio professionistico nell’anno 2012; interrompe il rapporto con il Frosinone e si trasferisce alla Castrense, dove diventa il perno centrale di una ascesa clamorosa che porta la Castrense alla metamorfosi che la vede oggi imperversare – come Viterbese Castrense – nel campionato di serie D. Una evoluzione calcistica della quale Daniele Federici è protagonista e creatore assoluto e incontrastato.
Sopporta dolore e fatica, ma non accetta, da quel guerriero che è, l’onta della tribuna e quando il nuovo tecnico della Viterbese compie la scelta infausta e tutto sommato inopportuna di relegarlo lì, la risposta del giocatore è tanto serena quanto ferma. L’addio. Consensuale. Da quel signore che è, Daniele non sopporta neanche l’dea di trascinare il suo contratto in essere fino a scadenza naturale, cosa che, diciamolo chiaro, gli avrebbe consentito di raggranellare una discreta sommetta. La sua carriera parla per lui. Il campo ha sempre parlato per lui. A noi non resta che manifestare rispetto per l’uomo e ammirazione per il professionista e l’atleta. Unitamente ad un augurio: gli auguriamo di poter contribuire a cambiare il mondo del pallone affinché in futuro impari a riconoscere e a onorare, insieme ai valori dello sport, anche quelli non meno fondamentali della gratitudine.