Riceviamo e pubblichiamo
Le consultazioni laziali saranno il primo passo di un percorso che porterà “Riconquistare l’Italia” a partecipare ad almeno dieci delle elezioni regionali previste tra 2018 e 2020. Per ottenere il risultato è stato necessario lavorare ininterrottamente per sei anni. Dal marzo 2012 quando, per via telematica, venne costituita l’ARS (Associazione riconquistare la sovranità, divenuta FSI nel 2016). L’anno seguente a quel 2011 in cui Stefano D’Andrea, in un articolo sul web, coniò il neologismo “sovranista”, oggi largamente usato con significati molto diversi dall’originale.
“Abbiamo affermato fin da principio – ha sostenuto D’Andrea – che ci attendeva una lunga lotta di liberazione e che, fino a quando non fosse stata disintegrata l’Unione europea, l’Italia non sarebbe mai uscita dalla crisi economica, sociale, di giustizia redistributiva, antropologica e della coscienza nazionale che l’attanaglia. È il destino di una generazione: riconquistare l’Italia, sottraendola al despota esterno e al despota interno, e ricostituire la Repubblica”.
Quarantuno anni, avvocato della Banca d’Italia, socio fondatore dell’ARS e membro del Comitato direttivo del FSI. Queste alcune delle credenziali con le quali si presenta Stefano Rosati, il candidato alla Presidenza della Regione. “Nella Regione Lazio – ha affermato – ci proponiamo, per quanto possibile, di attuare politiche conformi alla Costituzione. Nel settore privato tutelare le piccole e medie imprese messe in ginocchio dalle politiche a favore delle grandi aziende e multinazionali. Nel settore pubblico spostare l’asse a favore, appunto, del “pubblico”, rifiutando la privatizzazione dei servizi essenziali (sanità, trasporti, gestione dei rifiuti)”.