Riceviamo e pubblichiamo
Il 13 agosto, non è una data scelta a caso: due anni fa moriva a Gaza, durante le riprese di sminamento delle bombe israeliane inesplose, il reporter pitiglianese Simone Camilli. Un evento che in poche ore fece il giro del mondo e che toccò profondamente la comunità di Pitigliano.
Lo spettacolo alle “Macerie” – altro luogo simbolo della violenza della guerra – proporrà un viaggio attraverso il diario di un reporter con incontri, umanità, dolore e violenza ma anche ricerca di pace. Tutte esperienze per ricordare l’impegno e il lavoro di Simone Camilli.
Particolarmente significative le parole di due testimoni diretti della guerra, il francescano Padre Firas Lufti, che vive ad Aleppo in Siria e che, con i confratelli, ha scelto di restare sotto i bombardamenti per soccorrere uomini e donne di ogni religione colpiti dalla guerra; altra voce quella di Medhat Abbas direttore generale dell’El Shifa Hospital di Gaza City
“Punto centrale del nostro lavoro è quello di sottolineare la strana dimenticanza dei media sul dramma delle guerre che sconvolgono il mondo, si preferisce parlare d’altro, – dice Emilio Celata. E’ vero – prosegue Celata – la vicenda di Simone mi ha colpito particolarmente. Lo conoscevo, sapevo quello che faceva e come lo faceva, ma quello che successe il 13 agosto del 2014 fece capire a me e a tutti noi quanto la guerra può essere vicina. Più vicina di quanto qualcuno ci vuol far credere. Il lavoro di un reporter come Simone, – conclude Emilio Celata- serve a ricordare come la guerra sia dolorosa e quanto male provochi soprattutto a chi non ha scampo ed è senza difese”.