Eppure le Saline di Tarquinia non si presentano al visitatore – tarquiniese o turista che sia – con la migliore delle vesti. Avevamo già affrontato in passato – ed in esclusiva, con questo reportage – il tema dell’abbandono dell’ecoalbergo e delle altre strutture, torneremo a breve sul tema del disfacimento delle ex strutture produttive, ancora piene di eternit, ma quanto arriva immediatamente agli occhi di chi vi passeggia è anche il degrado “ordinario” in cui versa il borgo.
Una “terra di nessuno”, bloccata tra la proprietà del Demanio ed il Comune cui è stata sottratta qualche anno fa – causa scadenza e mancato rinnovo della concessione – ed al quale comunque i residenti pagano le imposte, compresa quella sull’igiene ambientale.
Eppure – le foto rendono sufficientemente bene l’idea – in tema di ordine, pulizia e manutenzione in quel borgo così amato da tarquiniesi e si potrebbe e dovrebbe fare molto di meglio. Ancora ieri, piena estate, 31 luglio, i tantissimi che sono giunti sino alla fontana delle Saline per una passeggiata, si sono trovati di fronte a situazione evitabili e migliorabili.
Il senso generale, insomma, è quello dell’abbandono: le panchine attorno alla fontana rotte da tempo, le aiuole dimenticate, invase dagli aghi di pino e sporcizia. Un bel biglietto da visita? Affatto, e i più affezionati frequentatori del borgo – tarquiniesi o villeggianti – non mancano di farlo notare. Eppure con davvero poco si potrebbe regalare a turisti e cittadini un angolo piacevole per sostare durante le passeggiate: le Saline anche così sono un’attrazione, non resta che mettere un vestito migliore.