di Stefano Tienforti
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Perché quella percezione sia del tutto realistica ed efficace, bisognerebbe infatti riportare il cattivo odore che subito infastidisce quando si mette piede dentro l’Ecoalbergo; o la sensazione che si ha – tra il mobilio, le lampade ed i materassi ancora imballati – nel camminare dentro una struttura fantasma. O ancora l’imbarazzo e lo sconcerto che si provano nel tentare di aprire la porta del secondo piano della f
Prender parte, assieme al collega Fabrizio Ercolani (sono sue alcune delle foto in coda all’articolo, ndr), al sopralluogo del consigliere Cesare Celletti nelle strutture delle Saline che beneficiarono dei finanziamenti europei – circa un milione di euro la spesa totale per quelle opere – è come partecipare a uno dei paradossali servizi che han reso celebre Striscia la Notizia: corridoi deserti, un’intera cucina quasi immacolata (all’interno di un centro visite che, comunque, almeno qualche volta ha trovato un’utilizzazione), oggetti, mobili e sanitari tanto nuovi da essere ancora avvolti dal cellophane. Cartoline di un clamoroso sperpero di denaro pubblico, cui s’aggiunge il rimpianto per un’occasione turistica ed occupazione che ancora Tarquinia non ha potuto o saputo sfruttare.
Sino al 10 maggio scorso, quando dalla Filiale Lazio dell’Agenzia del Demanio è giunta una proposta di concessione che, però, non ha convinto il Comune: l’ultimo consiglio comunale ha deciso di provare a riaprire un tavolo con il Demanio per formulare un accordo più consono alle esigenze di tutti. Ma i tempi stringono, e non per motivi burocratici: al di là della ricerca delle responsabilità o dei tira e molla politici, le condizioni di quegli stabili esigono una soluzione rapida ed efficace della vicenda.