Settembre di fuoco e ottobre in sordina: gli strani umori della politica tarquiniese post Mencarini

tarquinia panoramica(s.t.) Pareva dovesse succedere tutto e subito, che in poco più di un mese si dovesse passare dalle dimissioni – improvvise ma non del tutto sorprendenti – del sindaco Mencarini, all’avvio della campagna elettorale in vista delle elezioni della prossima primavera.

Ed i primi giorni che hanno seguito l’agognato, ultimo mese di amministrazione – tra trattative per il ripensamento, consigli comunali surreali e ridefinizione di legami e equilibri – sembravano andare con gran fretta in tal senso: prima la conferenza stampa di lancio della Lega ed il ritorno in campo di Giulivi – e si capirà solo poi se sarà effettivamente lui il candidato sindaco – con l’immediata sensazione di un esodo verso la nuova formazione da parte di alcuni componenti l’amministrazione uscente; quindi un congresso del Partito Democratico in cui si annunciavano le dimissioni dell’intero direttivo; e ancora un consiglio dell’Università Agraria dalla quale i consiglieri sembravano uscire determinatissimi, voci di cene politiche e incontri più o meno carbonari che si rincorrevano e, in generale, la sensazione che ad inizio anno nuovo si potesse avere un’idea chiara degli schieramenti al via della prossima corsa elettorale verso piazza Matteotti.

Un boom, però, cui non ha fatto seguito molto altro: probabilmente l’animazione rimane sottobanco, tra telefonate, cene, incontri e tentativi di accordi, ma almeno da punto di vista mediatico o pubblico da quasi un mese il silenzio è quasi totale. La Lega prosegue il suo percorso, tra poco aprirà la sede cittadina ed ha portato due parlamentari a spiegare la finanziaria: rimane perciò la curiosità di capire come il centrodestra tarquiniese si muoverà attorno a questo nuovo fattore politico cittadino. Il PD continua, tutt’ora, con il direttivo dimissionario: superata l’assemblea regionale che, anche a livello cittadino, ha premiato Astorre, si attende di capire come il partito si presenterà alla corsa elettorale. Le forze del cosiddetto centro sembrano parlarsi, per provare a rappresentare un elemento robusto sia in tema di possibile corsa in proprio, che in termini di forza di trattativa con il resto del panorama cittadino. Lo stesso Gianni Moscherini ha sì rilanciato l’attività del cantiere, ma non ha sciolto le riserve su una sua possibile candidatura.

Insomma, dopo la frenesia di settembre, ottobre ha così tanto smorzato i toni che anche, ad esempio, sulla vicenda della mensa scolastica – con i possibili, probabili mutamenti di organizzazione e le riunioni tra genitori e commissario – nessuna forza politica ha espresso il proprio parere o preso una posizione. Silenzio, quindi, un po’ strategico, un po’ confuso. Perché, in fondo, chi in passato si è lanciato troppo presto nella corsa, spesso non è arrivato in testa al traguardo, e anche la scelta dei tempi potrebbe essere un fattore.