“Talete e ospedale? Bisogna ripensare le politiche di riduzione di spesa e privatizzazione”

Riceviamo da Andrea Alquati e pubblichiamo

ospedale tarquinia

Stanno suscitando clamore nell’opinione pubblica locale due questioni:
la Talete, nella quale non vogliono sentir parlare di entrare i Comuni
che ancora non lo hanno fatto e da cui vorrebbero uscire alcuni che ci
stanno dentro, come il nostro (stando alle dichiarazioni in campagna
elettorale), e l’Ospedale, dove voci insistenti e inquietanti danno
anche Ortopedia in via di smantellamento.

Tutti a parole dicono di voler acqua pubblica e sanità pubblica,
tuttavia va fatta una distinzione fra chi inquadra le due questioni
nel contesto politico ed economico complessivo del nostro Paese e chi
si limita a cavalcare la questione per accalappiare facili consensi a
buon mercato.

E’ improponibile infatti esprimere queste nobili aspirazioni, coerenti
ai nostri principi costituzionali, e al tempo stesso continuare a
difendere le politiche che hanno indotto i Comuni ad affidare la
gestione idrica a società per azioni (di diritto privato) e le Regioni
a comprimere sempre più l’offerta sanitaria pubblica.

Si tratta ovviamente delle politiche di riduzione di spesa, di bilanci
pubblici in attivo, che per decenni hanno compresso le assunzioni
negli Ospedali e negli enti locali, senza ricambio per il personale
pensionando. Chi oggi insiste a difendere questo modello fallimentare
e si spaccia per difensore di acqua e sanità pubbliche, prende in giro
gli elettori o non ha la minima consapevolezza della realtà economica.

Ovviamente la giustificazione che vi daranno per le politiche di
privatizzazioni e tagli di spesa sarà che l’Italia ha un elevato
debito pubblico e deve “rassicurare i mercati”. E’ di questi giorni la
notizia che le celeberrime agenzie di rating hanno confermato il
Giappone come più affidabile di noi. Eppure il Giappone ha il rapporto
debito/pil al 253% contro il nostro 132%. Perché sarebbe più
affidabile? Perché noi siamo mandolinari corrotti? O perché
contrariamente a noi è uno Stato sovrano con una propria moneta e una
propria banca centrale che sostiene il suo debito pubblico?

Il nostro partito è l’unico che esprime chiaramente questa seconda
risposta, anziché continuar a prendere in giro gli Italiani
propagandando la prima, come tutti gli altri.

Andrea Alquati
Fronte Sovranista Italiano Alto Lazio