Tarquinia, areasx: “L’alienazione della ex cartiera è testimonianza della sopraffazione dell’interesse privato sul pubblico”

Riceviamo e pubblichiamo

La svendita dell’ex cartiera è la testimonianza più vera della sopraffazione dell’interesse privato su quello pubblico. All’ultimo consiglio comunale è stata approvata con i soli voti della maggioranza di centro destra, la delibera: “Piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari per l’anno 2018”. Nell’elenco dei beni immobili contenuto nella delibera, oggetto di vendita a privati compare la ex cartiera di Tarquinia. La base d’asta da cui dovrebbe partire tale vendita ammonta alla cifra di euro 900 mila euro.

Detta cosi, ad un orecchio poco attento potrebbe sembrare anche una cosa positiva, se non altro per la cifra, all’apparenza importante che potrebbe entrare nelle casse del comune. Vogliamo noi della sinistra farvi notare alcuni importanti particolari, distratti all’attenzione della gente che fanno del provvedimento qualcosa di grave.

Intanto la cartiera è un bene di proprietà pubblica, cioè a dire di tutti noi cittadini, una volta venduta il bene è andato per sempre. E vogliamo ricordare a codesta distratta amministrazione che tra gli intenti dichiarati in campagna elettorale e subito dopo, vi era la promessa della concertazione e la condivisione con la citta sulle grandi e importanti scelte che riguardano la collettività. Ma questo è nulla.

Forse non tutti sanno che il complesso della cartiera viene realizzato agli inizi del ‘900 e costituisce uno dei primissimi esempi di struttura utile allo sviluppo industriale del paese. Chiamata “LA FERRIERA” inizialmente produceva lingotti in ferro e prima ancora nella zona insisteva un opificio a sei macine di proprietà del comune di Corneto. Vi sono ragioni legate alla storia del paese e dei primissimi esempi di industrializzazione che da sole sconsigliano la vendita a privati, provate solo ad immaginare quale potrebbe essere la sorte di quelle strutture, come minimo ci ritroviamo un’acqua felix. Ma questo è nulla.

Dovete sapere che sull’ex cartiera è in atto una “proposta di contratto di valorizzazione urbana” questo è il termine tecnico. Che danno facoltà al comune di accedere ai finanziamenti come previsti dal D:L:22.06.12 n. 83 e già deliberato dall’allora Giunta Comunale per un investimento complessivo di 30 milioni. Avete capito bene! 30 milioni di investimenti che avrebbero ricadute sull’occupazione e per un nobile scopo, recuperare un bene della collettività, in antitesi ad una possibile vendita che porterebbe 900 mila euro più spicci.

Il progetto prevede il recupero delle strutture sotto il profilo storico architettonico, una parte delle strutture dedicate ai temi della tradizione, del sapere popolare e delle sperimentazioni economiche, altre strutture dedicati al recupero sociale, altre ancora alla cura de corpo e della riabilitazione motoria e infine ma non per ultimo, una parte delle strutture dedicate alla salvaguardia ambientale e al monitoraggio ecologico del fiume Marta. Le domande che vi state ponendo voi adesso sono le nostre. Perché tanta fretta nel voler vendere una nostra proprietà e questa svalutazione del bene cosi forte? Perché non si lavora su un progetto già approvato che porterebbe investimenti pubblici e lavoro buono ma si preferisce regalare la cartiera?

Credo che sia chiaro a tutti oggi quale sia la differenza tra una visione di sinistra e un di destra. Ma sopratutto; che i culi che siedono su quelle poltrone non sono tutti uguali, ma quelli che pagano le conseguenze di tanta oscura scelleratezza si.

areasx