Tarquinia, dal consiglio congiunto un no unanime al termovalorizzatore – Le FOTO della seduta e il testo della mozione

Un no unanime alla realizzazione di un termovalotizzatore nella zona industriale di Tarquinia, ai confini con Civitavecchia e Allumiere, reso emblematico dalle tante mani alzate dei componenti i consigli comunali di Tarquinia e Civitavecchia, riunitisi ieri in seduta congiunta per approvare una mozione che esprime la contrarietà ad ogni tipo di impianto per il trattamento dei rifiuti.

In un sala consiliare gremita, il palazzo comunale di Tarquinia ha quindi ospitato l’assise – raccontato nella galleria dagli scatti di Roberto Romano – convocato subito dopo la diffusione della notizia della pervenuta richiesta di attivazione della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale presentata dalla A2A Ambiente Spa per un “Impianto di Recupero Energetico” ubicato nel comune di Tarquinia in località Pian D’Organo – Pian dei Cipressi.

Presenti non solo i consiglieri dei due comuni, ma anche i rappresentanti istituzionali di alcune realtà limitrofe – i sindaci Maurizio Testa di Monte Romano, Sergio Caci di Montalto di Castro e Antonio Pasquini di Allumiere – oltre che rappresentanti politici del territorio in sede regionale e nazionale, dal deputato di Fratelli d’Italia Mauro Rotelli al vice presidente del consiglio regionale David Porrello (M5S), alle consigliere regionali Silvia Blasi (M5s) e Marietta Tidei (Pd).

Dopo l’apertura dei lavori da parte del presidente del consiglio del Comune di Tarquinia, Federica Guiducci, ha preso la parola il sindaco della città etrusca, Alessandro Giulivi, che ha ribadito la più decisa opposizione da parte della sua amministrazione al progetto, impegnandosi sul piano pratico a “portare subito in questo consiglio una variante al piano regolatore per per riportare quelle zone a destinazione agricola”

Sulla stessa linea sia il sindaco di Civitavecchia, Ernesto Tedesco, che ha battuto sul tasto del diritto di autodeterminazione dei territori, rimarcando positivamente la determinazione con cui tutti i rappresentati del territorio si siano prontamente mobilitati – anche con la presenza in assise – per contrastare il progetto e ricordando come anche il piano regionale dei rifiuti sembrerebbe escludere soluzioni come quella proposta.

Decisa contrarietà espressa, nei rispettivi interventi, anche dal consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Silvia Blasi, che ha marcato il tema delle già pesanti servitù energetiche sul territorio, e dalla consigliera regionale Tidei, così come dal Porrello (M5S), dai sindaci “ospiti” dell’assise e dai consiglieri comunali che hanno preso la parola, Marco Piendibene, Fabiana Attig, Daniela Lucernoni, Carlo Tarantino da Civitavecchia e Andrea Andreani, Sabino Alberto Riglietti, Sandro Celli e Maurizio Conversini. Qualche polemica si è sollevata, in consiglio e sui social, in merito all’uscita anticipata dalla seduta del consigliere tarquiniese Gianni Moscherini, già sindaco di Civitavecchia, che ha abbandonato l’aula poco prima della votazione.

Al termine di quasi tre ore di interventi – tra cui quelli di specialisti come l’ingegnere Achille Cester e il pediatra Giovanni Ghirga – si è messa a votazione la mozione qui sotto riportata.

MOZIONE

Esame Impianto di recupero Energetico di Tarquinia (VT) ubicato nel Comune di Tarquinia località Pian d’Organo – Pian dei Cipressi – Proponente: A2A AMBIENTE SPA – Registro elenco progetti: n. 051/2019, ai fini dell’avvio della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale ai sensi dell’art. 27 bis, parte II del D.Lgs. 152/06 e s.m.i.

ATTESO CHE

  • con nota prot. n° 632120 del 31/07/2019 acclarata al prot. n° 27592 del Comune di Tarquinia il 31/07/2019, la Regione Lazio comunicava che la società A2A AMBIENTE SPA aveva fatto richiesta di attivazione della procedura di V.I.A. ai sensi dell’art. 27 bis, parte II del D.Lgs. 152/06 e s.m.i.;
  • veniva comunicato agli enti in indirizzo, ciascuno secondo la sua competenza, di far pervenire entro 20 giorni dal suo ricevimento un parere di competenza verificandone l’adeguatezza e la completezza della documentazione depositata;
  • una analisi e verifica adeguata del progetto de quo nei termini indicati, soprattutto in considerazione del periodo feriale in cui è pervenuto al protocollo, risulta evidentemente complessa ed evidenzia una scarsa attenzione alle esigenze delle amministrazioni coinvolte nel procedimento.

RITENUTO CHE

  • il terreno interessato dalla proposta è individuato in catasto al foglio 127 p.lle 5, 6, 8, 18 e 19 ed è ricadente nella zonizzazione del vigente Piano Regolatore Generale approvato dalla regione Lazio con D.G.R. del 07/11/1975 n° 3865 in zona “D – Impianti industriali e assimilati”, sottozona D1 assoggettata al “Piano Quadro di indirizzo e coordinamento – zona D1” approvato con delibera di Consiglio Comunale n° 31 del 10/04/2008;
  • il Consiglio Comunale con delibera n. 31 del 10/04/2008 ha approvato il Piano Quadro di indirizzo e coordinamento zona D1 in loc. Pian d’Organo – Pian dei Cipressi;
  • nello stesso Consiglio Comunale veniva votato all’unanimità un ordine del giorno in cui si sanciva: si rifiutano (…) insediamenti di stoccaggio di rifiuti di ceneri e di altri prodotti della combustionee che pertanto in quell’area venivano esclusi insediamenti come cementifici, inceneritori, industrie chimiche, depositi inquinanti e discariche;
  • quanto espresso nel sopra detto ordine del giorno confermava la volontà del Consiglio Comunale già espressa all’unanimità nell’anno 2004: “piena ed incondizionata contrarietà all’insediamento di centrali, industrie o impianti dediti alla lavorazione, stoccaggio e trattamento di qualsiasi tipo di rifiuti provenienti da aree non ricomprese nell’ambito del territorio comunale di Tarquinia”;
  • anche il Consiglio Comunale di Civitavecchia con deliberazione n. 47 del 08/07/2015 ha approvato una mozione urgente per il divieto assoluto di combustione, di produzione, di acquisto e di vendita di combustibili solidi secondari e di combustibili derivati da rifiuti comunque denominati.

CONSIDERATO CHE

  • il Piano Regionale dei Rifiuti attualmente in vigore e approvato con DCR 12 del 18/01/2012 non prevede la costruzione di ulteriori impianti di incenerimento in quanto “la Regione Lazio non necessita di ulteriori impianti di termovalorizzazione/gassificazione da autorizzare per soddisfare il recupero dei flussi di frazione combustibile (CSS/CDR) provenienti dai rifiuti urbani”;
  • con Deliberazione di Giunta Regionale n. 49 del 31/01/2019, recante “Approvazione del Piano di Gestione dei Rifiuti della Regione Lazio Linee Strategiche”, è stato approvato  un documento di indirizzo per l’aggiornamento del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti della Regione Lazio, relativo all’arco temporale 2019-2025, che definisce gli obiettivi strategici generali, l’analisi dei dati relativi alla produzione e alla gestione dei rifiuti urbani nel Lazio, gli obiettivi di raccolta differenziata dal 2019 al 2025 e la valutazione del fabbisogno impiantistico negli ATO, la localizzazione degli impianti di trattamento e di smaltimento finale rifiuti e le azioni da attuare nel medio termine per il raggiungimento degli obiettivi di Piano;
  • in data 1 agosto 2019 è stato approvato dalla Regione Lazio il nuovo Piano Regionale dei Rifiuti che si indirizza in maniera totalmente opposta all’impianto in parola, poichè “gli obiettivi strategici perseguiti dal cd. Pacchetto di Economia circolare pongono al centro il rafforzamento della gerarchia di rifiuti, individuando quale priorità la prevenzione della creazione dei rifiuti, in secondo luogo la riparazione e riciclo degli stessi, ed infine il recupero energetico”, anche nell’ottica del rispetto della Direttiva (UE) 2018/851 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 30 maggio 2018, che modifica la direttiva 2008/98/CE relativa ai rifiuti;
  • detto Piano prevede già la riconversione dell’attuale sistema impiantistico e non prevede un aumento del fabbisogno di termovalorizzazione; tanto più che con DGR 614/2018, sono state introdotte valutazioni sugli impianti di termovalorizzazione di Colleferro, dando indicazioni circa la riconversione del sistema impiantistico, trasformando l’attuale impiantistica di termovalorizzazione in altra tipologia impiantistica che persegua obiettivi di recupero di materia, il tutto nel rispetto dei principi comunitari dell’economia circolare.
  • l’orientamento della Regione è quella di limitare la dimensione degli impianti di trattamento, al fine di facilitarne l’inserimento ambientale nel rispetto della sostenibilità economica dell’investimento impiantistico
  • ai sensi dell’articolo 200, comma 7, del d.lgs. 152/2006 e successive modifiche, il suddetto Piano, stabilisce che all’interno dei 5 ATO prima definiti si debbano:
  • organizzare i servizi di raccolta dei rifiuti urbani e assimilati;
  • garantire l’autosufficienza degli impianti di selezione dei rifiuti urbani indifferenziati (c.d. impianti di trattamento meccanico biologico, TMB);
  • garantire l’autosufficienza degli impianti di smaltimento di rifiuti urbani (discariche).

PRESO ATTO CHE

  • questo territorio è stato ed è interessato dalla contemporanea e consolidata presenza di rilevanti fattori di pressione ambientale, tra cui ben tre centrali termoelettriche realizzate a partire sin dagli anni Cinquanta e il forte impatto dello scalo portuale che ospita 365 giorni all’anno sia navi traghetto, navi per trasporti commerciali che navi da crociera; nell’insieme, questi insediamenti pregiudicano la qualità della vita dei suoi cittadini;
  • la situazione ambientale della Città di Tarquinia e dei Comuni limitrofi è meritevole di particolare attenzione e che tale evidenza è stata constatata nell’ambito del decreto V.I.A. n. 680 del 2003 nel quale non a caso si raccomandava per il futuro una “politica di contenimento del carico inquinante”;
  • i risultati dello studio commissionato da Greenpeace nell’aprile 2012 per la centrale di Torrevaldaliga Nord di Civitavecchia, riprendendo la stessa metodologia utilizzata dall’Agenzia europea per l’ambiente, stimano tra gli impatti sanitari ed ambientali 13 morti premature e 156 migliaia di euro di danni all’agricoltura per l’anno 2009 (tabella 13 dello studio « Enel Today and Tomorrow. Hidden Costs of the path of Coal and Carbon versus Possibilities for a Cleaner and Brighter future » di Somo, autori Wilde-Ramsing, Racz, Scheele e Saaman);
  • lo stato di sofferenza sanitaria della popolazione locale, correlato al pesante carico ambientale, è stato registrato sin dagli anni Ottanta da diversi studi ed indagini epidemiologiche effettuate dalle ASL di competenza, come struttura di riferimento per l’epidemiologia della Regione Lazio; tra gli ultimi, la “Valutazione Epidemiologica dello stato di salute della popolazione residente nei Comuni di Civitavecchia, Allumiere, Tarquinia, Tolfa e Santa Marinella” redatta dal Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale del Lazio pubblicata nel febbraio del 2012, attesta che la popolazione residente nei Comuni del comprensorio, nel periodo 2006-2010, presenta un quadro di mortalità per cause naturali e per tumori maligni della trachea, bronchi e polmoni e della pleura in eccesso di circa il 10% rispetto alla popolazione residente nel Lazio; nello stesso periodo si osserva anche un eccesso di rischio di mortalità per infezioni acute respiratorie sia tra gli uomini che nelle donne, sia nel comune di Civitavecchia che nell’area allargata. L’analisi del ricorso alle cure ospedaliere conferma sostanzialmente il quadro delineato dallo studio della mortalità;
  • a conferma dell’esito delle valutazioni epidemiologiche di cui sopra, nel mese di maggio 2016 è stato pubblicato lo studio “Effetti delle esposizioni ambientali ed occupazionali sulla mortalità della popolazione residente a Civitavecchia” condotto dal Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale del Lazio in collaborazione con il Dipartimento di Prevenzione della ASL Roma 4 ed ARPA Lazio. Nel merito, vanno citate le conclusioni dello studio: “il comprensorio ha dunque subito effetti sulla salute della popolazione residente ascrivibili ad esposizioni ambientali ed occupazionali avvenute nel passato” e che “proprio perché lo stato di salute risulta oggi compromesso a seguito di esposizioni ambientali dei decenni trascorsi, è indispensabile attuare oggi le misure di prevenzione primaria limitando la esposizione della popolazione a tutte le fonti inquinanti presenti sul territorio legate agli impianti energetici, al riscaldamento, al traffico stradale e al traffico marittimo”;
  • anche consultando il portale “Stato di salute della popolazione residente nella Regione Lazio” è facilmente constatabile, ad ulteriore conferma degli studi e delle indagini epidemiologiche di cui sopra, che nei Comuni del comprensorio negli ultimi anni c’è un eccesso, rispetto alla media regionale, di diverse patologie tumorali strettamente correlate all’inquinamento;
  • tutte queste analisi confermano le preoccupazioni di questa Amministrazione, dal momento che vengono riportate in modo integrale nelle relazioni annuali dei vari osservatori sotto il controllo dell’Istituto Superiore per la Protezione e Tutela Ambientale;

APPURATO CHE

  • ricadono all’interno del territorio del comune di Tarquinia numerosi Siti di Interesse Comunitario (SIC), identificati secondo quanto stabilito dalla Direttiva Habitat, quali Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e Zone di Protezione Speciale (ZPS) istituite ai sensi della direttiva direttive 2009/147/CE concernente la conservazione degli uccelli selvatici tutti classificati all’interno del progetto ‘Rete Natura 2000’ che rappresenta il principale strumento della politica dell’Unione Europea per la conservazione della biodiversità. Le zone tutelate sono:
  •  le Saline di Tarquinia IT6010026, zona di protezione speciale (ZPS), con una superficie di 150 ht;
  •  Fondali tra Punta S. Agostino e Punta della Mattonara IT6000005, zona Speciale di Conservazione (ZSC) con una superficie di 557 ht;
  •  Necropoli di Tarquinia IT60100028, sito di interesse comunitario (SIC) e zona di Protezione Speciale (ZPS), con una superficie di 191 ht;
  •  Litorale tra Tarquinia e Montalto di Castro IT6010027, zona di Protezione Speciale (ZPS), con una superficie 200 ht;
  •  Fiume del Mignone (Basso Corso) IT6010035, zona di Protezione Speciale (ZPS), con una superficie di 90 ht;
  • la peculiarità e l’alta vocazione territoriale è riconosciuta e tutelata dalla legge n. 157/1992 che recepisce la direttiva ‘Uccelli’ e il DPR n 357/1997, modificato dal DPR n. 120/2003 che recepiscono la direttiva ‘Habitat’, e quindi si intende in tutti i modi tutelare le zone da eventi o complessi industriali che possano cagionare un rischio alla flora o alla fauna presenti all’interno delle zone protette;
  • il territorio del Comune di Tarquinia vanta numerosi siti storici di livello internazionale: la necropoli etrusca, i resti della città di Leopoli-Cencelli e il museo Nazionale Etrusco, riconosciuti dall’organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura (United Nations Edusctional, Scientific and Cultural Organization) UNESCO nel 2004 che conferisce al territorio una connotazione turistico-culturale di primaria importanza. Il turismo rappresenta una componente fondamentale dell’economia del paese, pertanto il tessuto socio-economico potrebbe essere compromesso in maniere irreversibile rischiando di cagionare danni a imprese ed enti presenti sul territorio, i quali devono essere sottoposti a tutela da parte dell’amministrazione comunale che subirebbe a sua volta un danno derivante dalle minori entrate.

Alla luce di quanto sopra ampiamente descritto, il Consiglio Comunale non ravvisa l’opportunità né la necessità di realizzare un impianto di smaltimento rifiuti sulle aree ricadenti nel proprio territorio in quanto non risulta sussistere il requisito della pubblica utilità e, tutto ciò ritenuto e considerato,

PROPONE DI SOTTOPORRE A VOTAZIONE LA SEGUENTE MOZIONE:

  1. le sopra citate considerazioni formano parte integrante e sostanziale della presente mozione;
  2. esprimere contrarietà all’apertura di qualsiasi tipo di impianto che comporti l’incenerimento di rifiuti su tutto il territorio del comune di Tarquinia;
  3. impegnare il Sindaco ad esprimere il parere negativo all’ufficio V.I.A. della Regione Lazio, tramite le osservazioni puntuali, entro 20 giorni ai sensi dell’art. 27 bis codice dell’ambiente per l’Esame dell’Impianto di recupero Energetico di Tarquinia (VT) ubicato in località Pian d’Organo – Pian dei Cipressi;
  4. conferire mandato al Sindaco di agire nei termini e nelle modalità che si riterrà
    idonee per la tutela degli interessi del territorio;
  5. dare mandato al Sindaco, quale massima autorità sanitaria, di diminuire i carichi inquinanti, e, facendo ricorso al principio di precauzione, di non autorizzare impianti impattanti, affinché venga garantito il diritto alla salute dei cittadini rispetto a qualsiasi altro interesse privato.