Tarquinia, dopo l’addio di Mencarini parla Martina Tosoni: “Cosa cambierei? Il giorno in cui il sindaco ha firmato le dimissioni di getto”

Martina Tosoni(s.t.) L’epilogo dell’esperienza amministrativa della maggioranza guidata da Mencarini – scelta dai tarquiniesi alle elezioni del 2017 e caduta a seguito delle dimissioni del sindaco del mese scorso – lega a sé ragioni, motivazioni, segreti e vicende che forse solo il tempo potrà svelarci.

Alcuni dettagli non verranno forse mai a galla del tutto, altri si capiranno meglio con l’evolversi delle strategie per il futuro elettorale prossimo, altre proveremo a farcele spiegare o raccontare dai protagonisti di questa stagione politica.

Non potendo, almeno per ora, intervistare l’ex sindaco Pietro Mencarini, partiamo in questo giro di chiacchierate con chi ne ha fatto le veci negli ultimi mesi del mandato, Martina Tosoni. Partendo dalla fine, dagli ultimi venti giorni: quelli sospesi tra le dimissioni del sindaco e l’effettiva efficacia delle stesse. “Sono stati giorni fatti di tante emozioni – spiega – in cui abbiamo ragionato con il Sindaco e con la maggioranza sulle possibili soluzioni per poter andare avanti, in cui ho affrontato con lui molti aspetti legati anche alla sua situazione personale, in cui grazie al sostegno dei funzionari e del segretario, di alcuni consiglieri che si sono impegnati fino all’ultimo giorno, abbiamo garantito il regolare svolgimento dell’attività amministrativa pur in una situazione di incertezza”.

Venti giorni in cui, lascia capire l’ex vicesindaco, la sensazione che il sindaco potesse fare un passo indietro e ritirare le dimissioni c’è stata: ma lì, forse, sono state decisive le condizioni di salute, l’idea di ripartire per un percorso che inevitabilmente non sarebbe potuto comunque giungere al termine naturale del mandato.

Quindici mesi, insomma: meno di quanto ci si poteva attendere la sera della gioia dopo il ballottaggio. Così come, quella sera, forse non si poteva pensare ad una tensione interna alla maggioranza così esplicita ed evidente. “Ci sono stati momenti di frizione – confessa la Tosoni – ma per lungo tempo, per quanto se ne dica, sono rientrati nell’ambito delle normali divergenze tra forze politiche in coalizione. Si lavora, discute, cerca una sintesi e si va avanti. Poi è cambiato qualcosa, si è arrivati ad una rottura in certi episodi non tollerabile dal sindaco: da lì quella decisione, presa forse troppo d’impulso. O almeno è la sensazione che ho avuto, poi, nei giorni successivi”.

“Un voto all’amministrazione non lo do: non ci si dà i voti da soli, spetta agli altri, a voi giudicare. Nel complesso penso sia stata un’esperienza comunque positiva. Soprattutto, però, un voto positivo lo do a Pietro Mencarini, come uomo, come persona e come sindaco”. Anche se, gli facciamo notare, non è facile trovare un provvedimento “decisivo” di quest’amministrazione, un atto che abbia inciso in modo politicamente ed amministrativamente forte sulla città. Mentre tanti, troppi sono stati gli incidenti di percorso: tanto che non crediamo di sbagliare nell’affermare che quest’amministrazione passerà alla storia più per gli episodi negativi e mediaticamente impattanti che per l’azione amministrativa.

“Letta in questo modo è chiaro che il voto tende al negativo – replica Martina Tosoni – ma è indubbio che alcune circostanze abbiano penalizzato quest’esperienza, sino a determinarne una fine così anticipata; così come è certo che una valutazione corretta dell’attività politica avrebbe comportato un tempo più lungo per agire. Forse passeremo alla storia come l’amministrazione delle feste, per alcuni come quella delle fasce: ma io ho ricordi anche di momenti di sintesi positiva, d’impulso vero”.

Cosa, ad esempio, Martina Tosoni si porta dietro come momento positivo di questo percorso? “Prima di tutto, i rapporti umani: con i colleghi d’amministrazione, ma anche con i dipendenti. Se ne dicono molte in merito, ma io in Comune mi sono sentita spesso aiutata, sostenuta, a volte quasi tutelata dalle persone con cui ho lavorato. Poi ho bei ricordi di alcuni momenti in cui si è discusso in modo costruttivo in coalizione per raggiungere dei risultati, per trovare una sintesi efficace: penso al provvedimento, ad esempio, per l’utilizzo della sala consiliare. Ma se mi chiedi proprio l’emozione più grande, ti dico uno spettacolo teatrale fatto con ragazzi diversamente abili su un palco messo in piedi nella sala consiliare”.

E invece c’è un momento in particolare che vorresti cancellare, di questi 15 mesi? “Sì – risponde decisa – quello in cui il sindaco ha firmato di getto le dimissioni”. Quello che, nonostante i tentativi dei giorni seguenti, ha messo fine alla parentesi in Comune. O anche alla carriera politica di Martina Tosoni? “Guarda, adesso perso a prendermi qualche giorno di riposo e distacco, anche emotivo. – la risposta – Poi penserò al futuro, anche politico. Non nascondo che la voglia di fare qualcosa per il paese c’è, ed è la stessa che avevo in questi mesi o quando mi sono candidata un anno e mezzo fa. Ma per fare politica devono esserci le condizioni, le persone, i progetti giusti: ci sarà tempo per valutare e capire”. Par di capire che il percorso futuro, seppure, non sia con Rinnova, quindi? “Ti ripeto, la verità è che non so darti una risposta ora. Quello di Rinnova è stato un lavoro di gruppo che fin qui ha dato risultati e soddisfazioni, per cui è giusto ragionare, ma a prescindere da un simbolo: credo che molto dipenda anche dalle persone che hanno lavorato al progetto”.