Nel corso di vari interventi sulla spiaggia – l’ultimo appena lunedì scorso – i ragazzi hanno messo in piedi dei piccoli cantieri mirati a contrastare il fenomeno dell’erosione marina che ogni anno consuma in media un metro della spiaggia antistante la Riserva Naturale. Il tutto utilizzando materiali naturali gratuiti – sacchi donati dall’ARDIS, canne e ramaglia raccolte in Riserva, pali di legno riciclati da lavori precedenti, tronchi fluitati, sabbia e zolle di erba cadute dalla falesia in erosione – e, insieme a mezzi e personale specializzato messo a disposizione dal Nucleo Tutela Biodiversità, i ragazzi hanno realizzato delle schermature a più filari che riducono l’effetto del vento sulla retrostante prateria, sostengono il consolidamento della duna residua anche grazie alla piantagione di specie vegetali della zona, in particolare graminacee e gigli marittimi, ed, infine, cercano soprattutto durante l’inverno di frenare l’impatto delle mareggiate più violente.
Un progetto funzionale e talmente apprezzato anche dai cittadini che, con piacevole sorpresa degli uomini del …., alcuni privati passeggiatori del tratto di spiaggia – per ora sconosciuti – hanno preso ispirazione dall’opera già in essere e, anch’essi con materiali raccolti nell’area, oltre che con alcuni mezzi di fortuna, hanno costruito altri tratti di barriera del tutto simili a quelli già presenti. Un segnale di amore per quell’area e di volontà di difenderla dai rischi sempre crescenti a cui è esposta dal punto di vista dell’erosione costiera: poco importa se, per tenere assieme le canne, hanno usato lacci delle scarpe o altro materiale restituito dal mare ed abbandonato sulla spiaggia – c’è, come si vede nelle foto, anche un cavo del telefono – resta comunque un emblema di impegno per il patrimonio comune. Che, si spera, possa generare atti d’ulteriore emulazione.