Tarquinia, la città appesa nel silenzio: in attesa del consiglio sulle dimissioni restano tante le cose da capire e chiarire

Comune di Tarquinia palazzo comunale(s.t.) La cosa più surreale e atipica della situazione politica tarquiniese delle ultime settimane – ma la considerazione potrebbe, a ben vedere, estendersi un po’ a tutta l’era Mencarini – è il silenzio pressoché generalizzato che aleggia su una crisi politica tanto palese e, probabilmente, senza precedenti nella storia recente cittadina.

Sin qui di certo c’è: una lettera aperta ai cittadini del sindaco, che giunge dopo quasi ventiquattro ore di gossip giornalistico su presunte discussioni e nella quale si accusano i gruppi di maggioranza senza troppi dettagli sui possibili temi di scontro che costringerebbero il primo cittadino stesso a chiudere l’esperienza amministrativa e la città a otto o nove mesi di commissario, prima di mandarla a nuove elezioni; una nota dei gruppi di maggioranza che parla di un non ben precisato tentativo di strumentalizzazione e anticipa la proposta di un documento programmatico come atto di fiducia al sindaco, documento del quale da allora non si ha alcuna notizia; la convocazione per il prossimo giovedì, 13 settembre, del consiglio comunale sulle dimissioni del sindaco, anche se c’è perplessità anche sulla data dell’effettiva validità delle stesse, già che la prima data di cui si era parlato – venti giorni a partire dal consiglio stesso – sarebbe smentita da un parere del Consiglio di Stato, che fisserebbe il limite contando a partire dalla data delle dimissioni, cioè al 23 settembre.

Attorno a questi tre, genericissimi, riferimenti, si sono come è ovvio costruite ed inseguite ricostruzioni, storie, gossip, interpretazioni e progetti, sospesi in un silenzio da parte delle forze di maggioranza che non ha fatto altro che legittimare ognuna delle voci e che – lungi dal migliorare la credibilità di un possibile progetto futuro – pare segnare tacitamente la strada verso la fine di questo breve mandato amministrativo.

Innanzitutto, sono in parecchi tra i cittadini a voler conoscere con maggior chiarezza, dal sindaco, quali siano le difficoltà e i contrasti in maggioranza che lo hanno portato ad una scelta che lui stesso fa esulare dalle condizioni di salute. Premesso che, se la valutazione deve essere politica, il primo cittadino dovrebbe comunque assumersi le colpe quantomeno della scelta degli uomini e donne di cui si è circondato, è diritto dei tarquiniesi sapere quali gruppi di consiglieri e su quali argomenti “si sono aggregati per contestare la linea adottata dalla maggioranza”. Oppure scoprire se è vero che sarebbe stata chiesta la “testa”, politicamente parlando, di uomini di consiglio e giunta, come da più parti scritto o detto, sempre senza alcuna smentita.

Ed i gruppi di maggioranza che posizione hanno scelto di prendere? Hanno elaborato davvero un documento congiunto da portare al primo cittadino con dei punti programmatici su cui ripartire? Sono compatti, internamente tra singole forze e, in seguito, come coalizione, o si sono spaccate? Come si comporteranno in consiglio? Saranno sugli scranni a rispondere ai certi attacchi dell’opposizione? Sarà in quell’occasione – che invero parrebbe tardiva – che presenteranno la loro prova di fiducia al sindaco?

Di certo c’è una cosa: se è presto per iniziare il toto-sindaco di possibili, future elezioni, quanto sta accadendo in queste ore, le parole che potrebbero essere scritte e pronunciate nei prossimi giorni o le verità che si scopriranno su quanto successo in questi confusi frangenti potrebbero avere molta influenza sulle future scelte politiche, sia della politica che dei cittadini. Una preoccupazione che, certo, non è del sindaco Mencarini, che saluterà la scena una volta chiuso – presto o tardi – il mandato; e che anche per questo, con l’invettiva alla sua stessa amministrazione, raccoglie i consensi delle opposizioni, liete di vedere sotto attacco i possibili, futuri rivali. Ma che dà parecchie preoccupazioni a consiglieri ed assessori che, all’indomani delle dimissioni, vorrebbero riniziare la corsa elettorale; ai già citati uomini dell’opposizione che forse non immaginavano un’opportunità di rivincita così repentina; ed ancora ai molti che, dall’esterno, osservano e cercano di capire se c’è opportunità per rientrare nell’agone.

A condire il tutto, oltre a chi ancora lascia intendere una possibilità di ripensamento del primo cittadino – e sarebbe curioso, a quel punto, capire con quali condizioni -, la vicenda della spy story, con la notizia lanciata da un notiziario on line di presunte registrazioni effettuate nella stanza del sindaco all’insaputa dello stesso. Storia in merito alla quale, ancora una volta, nessuno rilascia nemmeno una riga di dichiarazione, così che la stessa arriverà al consiglio comunale di dopodomani come una valanga: ogni ora che passa, diventa più carica. Chissà a chi finirà addosso in consiglio comunale.