Riceviamo e pubblichiamo
Tutto ciò avrebbe dovuto quantomeno insegnare che una giusta amministrazione comunale dovrebbe sempre mantenere alta la soglia di attenzione per quello che succede nel proprio territorio, specialmente quando si tratta di aziende con decine di lavoratori, soprattutto quando si insediano sul territorio attività commerciali che possano in qualche modo mettere in crisi imprese gestite da famiglie tarquiniesi, alcune delle quali da più generazioni danno lavoro a molti compaesani, con tutti i sacrifici del caso soprattutto in tempi di crisi come quelli che stiamo vivendo.
È bene ricordare che la zona commerciale è nata negli anni ’80 tramite l’iniziativa, gli sforzi e gli investimenti di un gruppo di imprenditori di Tarquinia denominato “consorzio insediamenti commerciali tarquiniesi”. È del tutto evidente che Fratelli d’Italia di Tarquinia non possa in alcun modo sposare lo slogan da altri impropriamente usato nella recente campagna elettorale “non passa lo straniero”, ma riteniamo con assoluta e comprovata certezza che le aziende storiche Tarquiniesi offrano garanzie ben maggiori per quanto riguarda l’occupazione, sia per continuità sia per criteri di selezione.
Una domanda ci sorge quindi spontanea: possibile che l’amministrazione comunale non abbia gli strumenti per controllare e regolamentare l’apertura di nuovi esercizi commerciali, sopratutto di grandi dimensioni e che quindi coinvolgono il futuro di decine di lavoratori? Fratelli d’Italia, con tutti i suoi rappresentanti locali e non, seguirà da vicino l’evolversi della situazione, nella speranza che tali attenzioni siano rivolte al caso in questione da tutte le forze politiche, soprattutto quelle che governano la città.
Massimo Mottola
Portavoce FDI-AN Tarquinia