Tarquinia, nasce il circolo di Sinistra Italiana: “Vogliamo creare un contenitore per la gente di sinistra scontenta e sfiduciata”

(s.t.) A Tarquinia nasce un circolo di Sinistra Italiana: ad annunciarlo, ieri, in conferenza stampa alla presenza del coordinatore provinciale Sergio Giovagnoli, una delegazione dei circa venti attuali iscritti – numero necessario all’apertura del circolo – che ora apriranno il tesseramento per avviare il processo che porterà a un primo congresso.

“In un momento di dibattito oscuro nel panorama politico italiano e tarquiniese, vogliamo aprire una porta alla speranza”, le parole di debutto di Piero Rosati che, dopo l’esperienza da segretario PD e l’impegno nel Movimento Civico che alle ultime elezioni sostenne Conversini, è ora tra i promotori del nuovo progetto. “L’obiettivo di SI a livello nazionale e locale è costruire un contenitore che dia fiducia e spazio per riconoscersi alla gente di sinistra scontenta e sfiduciata per la mancanza di prospettiva”, entra nel dettaglio Rosati, toccando i temi, soprattutto, del lavoro, dello sfruttamento, del salario minimo e della riconversione energetica. “Vogliamo essere protagonisti con la nostra visione – conclude il suo intervento introduttivo – in una partita che deve passare dalle nuove generazioni e anche da Tarquinia, dove non faremo sconti: saremo impegnati sia per le ormai prossime elezioni nazionali che, successivamente, per quelle per l’Università Agraria. Senza dimenticare le Regionali e le Amministrative 2024”.

“Crediamo che il crescente e consolidato astensionismo evidenziato dalle ultime tornate elettorali sia dovuto a una mancanza di rappresentanza dei valori e progetti di sinistra – gli fa eco Luca Piras – Ma non vogliamo costruire una forza che sia solo attrazione per i nostalgici: crediamo che i valori e progetti della sinistra siano di straordinaria attualità, che i problemi di oggi hanno sì origini lontane, ma che possano e debbano trovare soluzioni e risposte attuali”.

Il discorso non può, naturalmente, non spostarsi su Tarquinia. “Le ultime tornate elettorali, finite con due ballottaggi di destra per il Comune e una sola lista di destra all’Agraria, hanno visto la sinistra non giocare nemmeno la partita elettorale. È evidente che serve un progetto politico alternativo che possa essere competitivo: abbiamo sin qui avuto un percorso di confronti sui temi con PD, Next Etruria, Possibile e Movimento 5 Stelle che stava producendo cose positive. Vedremo se la crisi di governo, che è stata una doccia fredda, cambierà le cose soprattutto tra 5 Stelle e PD, se ci sarà davvero un progetto di centro sulla linea dettata da Renzi e Calenda. Una cosa è certa: se anche saltasse il banco, noi ci saremmo con un’area di sinistra, giocando la nostra partita. Ma, prima di tutto, ci interessa capire con chi possiamo portare avanti progetti utili e interessanti per l’Università Agraria”.

“Ente che gestisce un territorio enorme – continua Rosati – che va prima di tutto difeso nella sua vocazione agricola, contro il carbone che con la scusa della guerra vede la centrale di Civitavecchia lavorare a pieno regime, o il nucleare di cui si torna a parlare”. “Noi siamo invece per il potenziamento delle fonti alternative – interviene l’architetto Roberto Sacconi – e su questo ci batteremo all’Agraria, partendo dall’agrovoltaico, che non compromette la produzione agricola né costringe a cambiare la destinazione d’uso”. E ancora distretti energetici, produzione agricola di eccellenza a basso impiego ambientale col biologico, filiera diretta con punti vendita gestiti direttamente dall’ente, valorizzazione delle pinete e delle aree archeologiche. “E la lottizzazione a San Giorgio – conclude Sacconi sull’Agraria – che porterebbe introiti da destinare all’implementazione della proprietà collettiva”.

Nell’elenco di colloqui avuti mancano però i Comunisti italiani: con loro nessun dialogo? “Hanno preso una strada che non condividiamo – la risposta di Rosati – scegliendo di sostenere il
progetto dei consiglieri Centini e Catini, una proposta che a noi sembra una sorta di Frankenstein politico di fuoriusciti da altri progetti”. Si legge, nelle parole, una certa delusione per il destino seguito dal progetto del Movimento Civico, cui molti dei presenti alla conferenza stampa hanno partecipato.
“Un’infinita delusione”, ammettono, e Rosati specifica: “Quel progetto nasce il giorno dopo il primo turno delle elezioni: mi hanno contattato per firmare un apparentamento che rifiutai e rifiuto tuttora. E non per offesa personale, dato che era stato fatto a nostra insaputa, ma perché vedo in Moscherini ciò che da sempre combatto nella vita politica. Era impensabile quel compromesso, ma dopo qualche anno il progetto si è concretizzato a livello comunale. È evidente che non possiamo stare lì”.

E l’opinione sul referendum cittadino per cui sono state raccolte le firme? “La troviamo un’operazione politica di chi sa fare politica e campagna elettorale. Per i cittadini è stata una legittima occasione per manifestare il proprio dissenso, ma un referendum costa circa 60.000 euro, è consultivo e deciderebbe poco. La riteniamo un’operazione più populistica che politica, ma ci sta che faccia emergere il dissenso. Certo il referendum non sarà il nostro manifesto politico, non saremo noi a far spendere 60.000 euro della collettività. Ma in caso di votazione, che sarebbe paradossale e alla quale crediamo non arriveremo mai, lo sosterremmo”.

Anche perché la critica a Giulivi è apertissima: “Ha dichiarato all’inizio che sarebbe stato il sindaco di chi lo ha votato, ma non si rende conto che anche chi lo ha sostenuto lo abbandona. Provvedimenti infilati come perle che fanno inferocire i cittadini: è chiaro che nessuna decisione può accontentare chiunque, ma così scontenta praticamente tutti. Un paese andrebbe gestito come un buon padre di famiglia: qui invece chiusure dalla sera alla mattina senza un progetto legato a un piano parcheggi, smantellamenti di giardini per fare aree di sosta. Questo significa lavorare in emergenza e non per progettualità. Se ci aggiungi che sono tutti a pagamento, compresa la stazione… E ancora le multe, l’errore enorme nel bloccare la creazione del piano regolatore: tutti sintomi di incompetenza e superficialità, tutte decisioni senza prospettiva”. Il progetto di SI, appena avviato, vivrà ora la fase del tesseramento: chiunque interessato può contattare i numeri 348 182 3625 o 337 568 9755.