Tarquinia, scoperta tomba etrusca inviolata nella necropoli dei Monterozzi

Un ritrovamento unico nella necropoli Unesco

Si è conclusa da pochi giorni la prima campagna di scavi del Pact nella necropoli etrusca dei Monterozzi a Tarquinia, patrimonio Unesco insieme a Cerveteri. Le ricerche hanno portato alla scoperta di una tomba a camera inviolata, databile alla fine dell’VIII secolo a.C., con una banchina modanata destinata alla deposizione. Durante le operazioni preliminari sono emerse tracce di colore rosso e giallo, interpretate come una rudimentale decorazione pittorica a fascioni, la più antica finora attestata nel sito tarquiniese.

Corredi e materiali riportati alla luce

Nonostante i danni causati da infiltrazioni d’acqua e dal crollo di parte della copertura, gran parte del corredo è stato recuperato ed è ora in restauro. Tra i reperti figurano vasi di impasto non tornito, manufatti in argilla depurata, vasellame in lamina di bronzo e ornamenti personali. Particolarmente numerosi gli anellini di bronzo ritrovati all’interno della camera funeraria. Lo spazio davanti all’ingresso, delimitato da blocchi calcarei, è stato successivamente riutilizzato per una seconda sepoltura con corredo frammentario.

Ipogeo e prospettive di ricerca

Il piccolo ipogeo, del tipo a fenditura superiore, è scavato nel banco calcareo ai margini del pianoro dei Monterozzi, in un’area con vista sulla città antica e finora priva di evidenze significative. Le attività, finanziate dal ministero della Cultura, sono state dirette dal direttore del Pact Vincenzo Bellelli e dall’archeologo Daniele Rossetti. La scoperta offre nuovi elementi per lo studio delle prime fasi della necropoli tarquiniese e della storia locale. Nelle prossime settimane il Pact organizzerà visite guidate dedicate alla nuova tomba.