Tarquinia, sulla chiusura del CAG divampa la protesta sui social

Il Centro di Aggregazione Giovanile di Tarquinia è chiuso e la polemica divampa sui social – là dove meglio i ragazzi riescono a comunicare – prendendo anche la forma degli hashtag, da #iostoconilcagditarquinia a #riapriamoilCAG.

Dopo l’intervento di ieri dell’ex assessore alle problematiche giovanili Manuel Catini, che ha portato all’onore delle cronache la vicenda, oggi arrivano le voci di molti che in quel luogo hanno passato il tempo e coltivato passioni, la musica su tutte, stringendo legami e amicizie.

“Ogni paese dovrebbe avere un Centro Aggregazione Giovanile e non accetto assolutamente la chiusura di un posto così speciale, non solo per me, ma per tutti i ragazzi che vivono questa realtà, per la gioia e il bene della nostra comunità”: sono le parole affidate ad un post da Marco Contestabile, musicista tarquiniese che proprio da quelle sale ha iniziato il percorso musicale che lo porta, oggi, sui palchi d’Italia e d’Europa. “Al Centro Aggregazione Giovanile ho conosciuto delle persone meravigliose, – continua Marco – con le quali ho condiviso e condivido tutt’ora il mio presente, sono nate delle amicizie forti, consolidate negli anni di evoluzioni, di crescita e dedizione. La professionalità e gli sforzi costanti di operatori validissimi nel rendere la struttura sempre più funzionale ed operativa, mi ha portato a scegliere anche un percorso professionale nella struttura. Al Centro Aggregazione Giovanile sono cresciuto non solo come artista, ma soprattutto come persona, imparando sani principi di aggregazione, accoglienza, scambio e condivisione”.

Gli fanno eco tanti ragazzi, ma anche genitori che hanno visto i propri figli passarci i pomeriggi. “Eravamo moltissimi, – gli fa eco Thomas, un altro dei ragazzi che, chitarra alla mano, sino a pochi giorni fa si riuniva al CAG per suonare – ognuno suonava uno strumento diverso, aveva gusti diversi ed esperienze diverse, tutto in nome della musica. Si condividevano palchi, soddisfazioni, sogni, si andava a vedere concerti insieme, ci si prestava dischi, si discuteva di come la società ci stava cambiando intorno, il tutto con uno spirito assolutamente pacifico e non bellicoso, mettendo al centro dell’ attenzione ogni opinione, anche quelle in apparenza più stupide, cosa che potrebbe essere d’ insegnamento anche al sistema scolastico italiano. È così che si crea una famiglia, tra persone che altrimenti non si sarebbero mai conosciute”.

“Il CAG ha dato tanto a noi ragazzi di questa piccola cittadina – gli fa eco Daniel – ci ha cambiato la vita nel suo piccolo, abbiamo un debito morale con questo posto”.

Non sono mancati gli interventi da parte della comunità tarquiniese, da chi negli anni si è trovato ad avere la competenza amministrativa del luogo – come Giancarlo Capitani, anche lui in un post social – agli insegnanti – “il Cag è stato un formidabile alleato dell’istituto Cardarelli in occasione di assemblee, incontri con personalità, attività extracurricolari – le parole di Cinzia Brandi – insomma un luogo accogliente per fare cultura con e insieme ai giovani” – sino a Pierangelo Conti.

Non è mancata anche una polemica, accesasi tra lo stesso Catini e Aldo Cecconi.