Riceviamo e pubblichiamo
Se anche quell’uomo abbia compiuto la sua “impresa” come chi non sa quello che fa, e quello che significa il suo comportamento, ciò non sarebbe meno grave: confermerebbe anzi lo stato avanzato di degrado culturale e d etico che (come un virus) via, via aggredisce ed infetta il senso della nostra identità nazionale.
Comprendiamo l’imbarazzo dei rappresentanti istituzionali. Ma questo episodio non può essere sbrigativamente liquidato e rimosso con fastidio come se si trattasse di un banale accidente privo di significato; al contrario, esso costituisce il sintomo di una malattia sociale che ci coinvolge e ci impegna tutti e che si chiama ignoranza, perdita della memoria e della identità, cinismo amorale.
E’ compito di tutti noi, (cittadini, associazioni, ma in primo luogo delle istituzioni), resistere ed anzi combattere questa malattia sul terreno sociale, culturale, storico, politico a difesa della nostra identità nazionale e della nostra Repubblica antifascista nata dalla Resistenza.
Enrico Mezzetti
Presidente provinciale ANPI Viterbo