Tarquinia, Talete e aumento delle tariffe: una nota di Idea Sviluppo sull’attività di gestione dell’acqua pubblica

Riceviamo e pubblichiamo

Riguardo alla questione dell’aumento delle tariffe di consumo dell’acqua nella misura del 7%, come recentemente deliberato dalla Talete, si manifesta la più ampia contrarietà a tale soluzione gestionale che pone nuovamente a carico degli utenti finali costi ed esigenze societarie, determinando un onere economico ormai insostenibile per famiglie ed imprese e neppure suscettibile di controllo in ambito Comunale.

Sotto tale profilo ha ragione il Movimento 5 Stelle quando denuncia la sostanziale esautorazione del Consiglio Comunale nelle decisioni più importanti della Talete, dovendo, però, ricordare l’assenza dei propri rappresentanti in alcune riunioni informali ed in particolare nella Commissione Capigruppo del 24/02/2018, dove si discuteva del nuovo
Statuto della Talete S.p.A. e di altre criticità gestionali, legate ad alcuni aspetti fondamentali come:

  • la possibilità di apportare modifiche statutarie e regolamentari, che dessero la facoltà ad alcuni soci portatori almeno del 10% delle quote di promuovere la convocazione dell’assemblea straordinaria (Comune di Tarquinia);
  • l’auspicata obbligatorietà dell’apertura di uno sportello per l’utenza in tutti i Comuni in cui vi siano oltre 10.000 utenze;
  • le criticità rilevate sul posizionamento di contatori su tutte le “prese” relative ad utilizzi pubblici dell’acqua, anche al fine di emettere fatture commisurate ai consumi effettivi anche nei confronti del Comune, senza considerare in alcun modo le esigenze sociali del
    servizio pubblico e senza neppure un cenno al credito storico del Comune medesimo nei confronti della Talete per la cessione di tutti gli impianti.

Tutte le istanze e le preoccupazioni emerse in quella sede sono state prospettate alla Talete, che, però, ha approvato bilancio e nuovo statuto senza il voto del Comune di Tarquinia, secondo logiche di maggioranza poco comprensibili quando si tratta della gestione dei “beni pubblici essenziali”, per i quali necessiterebbe una maggiore partecipazione e
controllo pubblico.

Secondo tali logiche la maggioranza, costituita almeno dal 51% tra Provincia e piccoli Comuni, ha deciso e decide anche per i cittadini Tarquiniesi (comunità di utenti più numerosa dopo il Capoluogo), senza alcuna possibilità di replica se non quella costosa e complicata di natura giudiziaria per l’impugnazione delle Deliberazioni o dei singoli provvedimenti.

Con la passata amministrazione si è tentato, anche attraverso l’impegno personale del Consigliere Perinu, di attivare dei punti di ascolto per i cittadini, che in qualche modo hanno potuto dare voce alle proprie legittime lamentele. Certamente non basta, ma è necessario porre in essere un’azione decisa da parte del Comune, per ovviare a tutti gli inconvenienti che al momento della costituzione e dell’ingresso in A.T.O. (Talete) non sono stati opportunamente valutati. Le modalità e lo studio era stato avviato dal precedente Assessorato LL.PP. e dovrà essere ripreso dalla prossima amministrazione nell’interesse primario dei cittadini.

Gruppo Idea Sviluppo