“È un progetto realizzabile che coniugherà lo sviluppo turistico con quello culturale – esordisce Moscherini – Naturalmente non cercheremo né intendiamo attrarre navi enormi di ultima generazione, ma navi da due-tremila passeggeri, più un 50% di marittimi, che in pochi considerano ma che portano grosso indotto. Il tutto, offrendo al mercato nautico un porto turistico da 600 posti barca, proprio di fronte a quella che io chiamo Tarquinia Beach”.
“L’opera tra l’altro avrà effetti non solo economici – le parole di Luxardo – ma anche sull’ecosistema, permettendo, se ben realizzata, la formazione di una fauna e flora particolari. E, valutando bene con la tecnologia ed i software, garantirà una lotta all’erosione costiera”.
E per Moscherini non c’è problema per la realizzazione o per l’attracco: “Abbiamo già studiato tutto, abbiamo le batimetrie e sono in contatto con Alberto Noli, uno dei maggiori professionisti europei. Si può già progettare l’area per l’oceanario, l’invaso del porticciolo, con un fondale profondi cinque/sette metri, poi si arriva al punto dove si prevede l’attracco della nave da crociera, per il quale sono sufficienti 10, massimo 12 metri di profondità. La struttura arriverà sino a dove il fondale non diventa abbastanza profondo”.
Capitolo oceanario. “O sarebbe meglio chiamarlo Polo Italian Fashion – esordisce l’ingegner Zanelli – dove confluiranno i maggiori brand italiani, area divertimenti, area food, area merchandising, polo velico, sala convegni, cinema 4d, auditorium e centro benessere”. “Sarà il più bello del mondo – prosegue Moscherini – siamo già in contatto con specialisti che hanno fatto altre cose, tipo l’oceanario di Genova. E per le professionalità che serviranno, le formeremo a Tarquinia, garantendo occupazione”.
Ma come garantire questi investimenti? “Verranno dai privati – chiarisce Moscherini – Sono privati coloro che investono per il porticciolo, sono privati gli armatori con i quali faremo un accordo per far approdare una nave da crociera giornalmente e sono privati coloro che costruiranno l’oceanario. Chi è quell’imprenditore privato a cui tu offri un’opportunità del genere in un posto meraviglioso come questa area e che se la lascia sfuggire? Non abbiamo fatto il libro delle favole, ci sono investitori del settore, con i quali siamo in contatto, pronti a venire qui a Tarquinia”.
“Ed anche dalla Cina, con cui sono spesso in contatto – ribadisce Luxardo – ci sono imprenditori pronti ad investire in Italia, che non lo fanno perché sin qui non trovano idee, progetti e garanzie”.