Riceviamo e pubblichiamo
«Considero le primarie il metodo più democratico per tutti i cittadini, anche per quelli che a giugno non voteranno PD. – afferma Celli – È giusto che anche loro abbiano voce ma, come ha detto il segretario provinciale Egidi, non potranno gli esponenti dichiarati di altri partiti. I candidati a sindaco sono tutti degni di poter ricoprire l’incarico di guida della coalizione di centrosinistra, certamente ognuno nel suo stile, ognuno diverso dall’altro nel modo di approcciarsi con i cittadini e con le problematiche. Il programma che si porterà avanti, però, è univoco ed è quello di centrosinistra, che sarà condiviso con la coalizione. Quello che voglio è che vi sia la massima condivisione e che vi sia al centro la persona. È la cosa più importante, le differenze le farà la persona stessa, ma non rispetto al programma».
«Vivo le primarie con grande disagio. – afferma Ranucci – Sono uno straordinario momento di democrazia e libertà ma ti mettono a confronto con amici che stimo moltissimo. Nelle nostre contraddizioni, distinguo e posizioni diverse, siamo l’unico partito che fa scegliere i propri candidati ai cittadini, liberamente. Spero che sia una giornata di festa, senza inquinamenti e infiltrazioni. Poi vinca la democrazia. Se accadesse di perdere nessun problema. L’importante è che il vincitore metta l’interesse generale sopra ogni cosa, combatta l’immoralità, l’affarismo e non veda Tarquinia come terra di conquista».
«Finalmente primarie a Tarquinia, una festa della democrazia. – dice Rosati – La gente può scegliere il suo sindaco rompendo con una consuetudine, insopportabile della politica, che vedeva le segreterie dei partiti presentare e imporre il candidato senza nessun tipo di condivisione. Chi perderà quindi avrà comunque vinto, perché avrà vinto la democrazia, lo stile politico, la trasparenza. Il vero vincitore saranno comunque Tarquinia e i suoi abitanti. L’auspicio che via sia una grande partecipazione, rendendo unico questo evento».