Riceviamo e pubblichiamo
Domenica 6 maggio, attorno alle 16, i sei concorrenti – Arianna, Cristina, Enrico, Federica, Giulio e Riccardo – hanno fatto ritorno a Tarquinia dopo tre giorni di avventura in sella alle biciclette elettriche: tre giorni di fatica e condivisione, di scoperta di bellezze archeologiche e naturalistiche, oltre che di valori e legami.
Chi ha seguito sui social l’avventura della carovana di Tarquiniesi ha infatti potuto capire come, tappa dopo tappa, si sia rinsaldato il legame tra i sei esploratori, capaci non solo di aiutarsi nelle difficoltà logistiche, ma anche di sostenersi nei momenti di stanchezza o sconforto. In fondo, il concetto alla base di “Tarquiniesi” era quello di resilienza, ma applicato alla comunità, alla sua capacità di essere coesa e generosa: e i sei ragazzi non avrebbero potuto – nel microcosmo del loro viaggio – testimoniare meglio quest’animo tenace, capace di affrontare sfide e, facendo gruppo (comunità, appunto), superarle. Sino allo splendido tavolo insieme – concorrenti più staff – in riva al mare tarquiniese subito prima di concludere il viaggio, immagine emblematica dello spirito che ha animato tutti in questo progetto.
A vincere, alla fine, è stato Enrico, che ha ottenuto più punti tra il gradimento su Facebook e i risultati delle varie prove: ma è evidente – come sottolineato al momento della celebrazione a Tarquinia da Salvatore Regoli, presidente di Juppiter – che “sono stati i sei ragazzi, il loro coraggio, il clima che hanno saputo creare, la loro voglia di vivere insieme l’avventura, l’uno al fianco dell’altro, quasi in un abbraccio, a meritarsi tutti quanti il titolo di vincitori di Tarquiniesi”.