Trasversale: cosa può succedere dopo il parere negativo della commissione tecnica

(s.t.) La commissione tecnica di Valutazione d’impatto ambientale del Ministero dell’Ambiente ha – è notizia di ieri l’altro – espresso parere negativo sul cosiddetto tracciato verde di completamento della S.S. 675 “Umbro-Laziale”, nota ai più come trasversale Orte-Civitavecchia: secondo l’opinione dei circa cinquanta tecnici che la compongono, insomma, i kilometri di strada che dovranno unire Monte Romano al porto non dovrebbero passare attraverso la valle del Mignone.

Un decisione inattesa, anche per gli stessi comitati che dal primo giorno hanno portato avanti la battaglia – “non perché la documentazione portata in difesa non fosse valida – ha spiegato ieri a Mecenate TV Nicola Buonaiuto, in rappresentanza del Comitato per il Diritto alla mobilità – ma perché credevamo difficile una bocciatura così sonora verso il progetto ANAS” –, le cui ripercussioni sono difficili da sondare.

Innanzitutto, chiariamo cosa potrebbe o dovrebbe succedere ora. Il parere della commissione tecnica, di cui si attendono le motivazioni dettagliate, passa nelle mani del Ministro, che dovrà ratificarlo. A quel punto, la palla passerà al MIT, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che avrà l’ultima parola sul destino del progetto: procedere con la realizzazione comunque o bloccarla definitivamente.

“La presa di posizione della commissione tecnica non garantisce definitivamente la salvezza della Valle del Mignone – spiega Buonaiuto – ma di certo è un macigno pesante in sede di valutazione ministeriale”. Anche perché anche la relazione tecnica per la procedura di valutazione di incidenza della Direzione Regionale Ambiente della Regione Lazio aveva sollevato parecchie perplessità sul progetto, soprattutto in tema di criticità su specie ed habitat di interesse comunitario.

Cosa succede adesso, quindi? Di sicuro ci sarà un allungamento dei tempi. Resta da attendere, infatti, la decisione del MIT e qualora fosse per portare avanti il progetto oppure per bloccarlo l’iter non sarà immediato: nel primo caso a causa dei ricorsi che di certo scatterebbero numerosi, nell’altro per capire quale soluzione alternativa adottare; il tutto in attesa di capire se e quanti soldi sono a disposizione per la realizzazione.

Se il verde risultasse del tutto bocciato, potrebbe tornare in analisi il tracciato Viola, che però grava in parte sul sito Unesco, mentre Mazzola già rilancia l’ipotesi Arancione da lui proposta in un one-man-show lo scorso anno, senza che nessun riscontro sia ancora giunto sul tema.

“Il tratto in via di realizzazione sino a Monte Romano non vincola ancora le decisioni future – ha spiegato ieri Buonaiuto – compreso il tracciato Viola che, seppure comunque anch’esso molto impattante dal punto di vista ambientale, troverebbe comunque un’area meno incontaminata rispetto a quella della Valle del Mignone. Ma resto dell’idea che nei trent’anni in cui abbiamo aspettato questa opera, si sarebbe potuto mettere in sicurezza l’Aurelia bis”.

Ad ogni modo, e sempre in attesa delle valutazioni della commissione, chi pare uscire sconfitto dalla vicenda è Anas, che si trova con la porta sbattuta in faccia ad un progetto presentato forse con estrema sicurezza, anche quando i comitati prima e la commissione poi ne avevano messo in mostra perplessità e difficoltà. Ma anche gran parte della politica, schieratasi apertamente soprattutto a livello Provinciale e Regionale – Panunzi in primis, ma anche Sabatini, appena ieri, e chissà cosa ne pensa il centrodestra locale – a favore del tracciato Verde. In silenzio, a dire il vero, sono rimasti anche tutti, o quasi, gli aspiranti candidati sindaco tarquiniesi: silenzio furbo e attendista, ma ora che il tempo stringe dovranno prendere posizione, anche tenendo conto di quanto detto dai rispettivi colleghi di partito in Provincia e Regione.