Trasversale: “Ecco perche il tracciato verde non è un’alternativa possibile”

Riceviamo e pubblichiamo

Periodicamente ed inevitabilmente si susseguono interventi della politica locale, regionale e nazionale, equamente distribuiti tra le varie forze politiche ma tutte con un denominatore comune: accreditarsi con una frenesia, quantomeno sospetta, come paladini della catastrofica scelta di ANAS di voler localizzare a tutti i costi gli ultimi 14 chilometri della trasversale Orte-Civitavecchia nella Valle del Mignone, con il cosiddetto tracciato verde.

L’ultimo intervento pubblico è del consigliere regionale Gino De Paolis che, accodandosi ad altri solerti interventi di diverse parti politiche, ci informa che “… il progetto è stato deliberato ed approvato dal Cipe, secondo il tracciato verde, con un investimento pari a 466 milioni di euro e che Anas sta procedendo ai necessari approfondimenti ambientali ed archeologici. Un passaggio di garanzia che si concluderà a marzo 2020 per poi procedere entro la fine di quell’anno, all’appalto definitivo per la realizzazione dell’opera

Il nostro De Paolis finge di non sapere e quindi omette di informare, che sul procedimento di ANAS grava come un macigno la decisione del TAR Lazio che il 24 gennaio, ha emesso l’ordinanza n. 908/2019 nella quale chiede alla Corte di giustizia di esprimersi su alcuni aspetti del provvedimento di compatibilità ambientale concesso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri in merito al tracciato Verde per il completamento della SS 675. Il Tribunale amministrativo di fatto ha recepito la ricostruzione dei cittadini e delle Associazioni ambientaliste ricorrenti confermando “…il bene ambientale come primario”, ma anche che “…dubita della conformazione alla normativa eurounitaria della modalità di svolgimento e conclusione del procedimento e dei relativi provvedimenti adottati”

Probabilmente nel suo incontro con i vertici ANAS il De Paolis non è stato messo al corrente che il tracciato Verde, che è localizzato nella Valle del Mignone, per 14,4 Km attraversa una Zona a Protezione Speciale (ZPS) e dista dai 100 m a 1 Km da un Sito di Interesse Comunitario (SIC), che è il corso stesso del fiume Mignone, entrambi siti della Natura 2000, una rete europea istituita per la conservazione della biodiversità. Nell’ordinanza del TAR infatti si riporta come Anas non abbia stabilito che il tracciato non avrà incidenze negative sul sito, non avendo completato la Valutazione di Incidenza Ambientale (VINCA), prevista dalla direttiva Habitat (come peraltro richiesto dal Ministero dell’Ambiente). Queste le ragioni che hanno portato prima il Ministero dell’Ambiente ad emettere ben due pareri negativi e il TAR del Lazio ad operare una ricostruzione giurisprudenziale e normativa che sostanzialmente recepisce le tesi dei ricorrenti e che rende assai difficile ritenere che il tracciato Verde possa avere realizzazione.

Un ancora più immotivato ottimismo lo esprime l’altro consigliere regionale Enrico Panunzi che anzi ci tiene ad informare che, nonostante l’ordinanza TAR abbia demandato all’Europa il giudizio sulla liceità del tracciato verde, ANAS continua imperterrita ad impegnare ingenti quote di denaro pubblico per dare seguito alla progettazione di un tracciato tutt’altro che approvato.

Si apprende inoltre dalla stampa cha ANAS avrebbe in programma una seconda audizione con le comunità locali ma non si sa bene a chi si fa riferimento visto che a nessuno dei cittadini e delle associazioni che seguono da anni questa vicenda è stato notificato alcunchè…

Ma è una vecchia storia quella della politica che preferisce che i cittadini più attivi, informati e partecipi delle sorti dei propri territori siano ad essa contrapposti e che quindi debbano essere ignorati quasi non esistessero.

Invece questi cittadini sono ben presenti, hanno ripetutamente presentato in diverse sedi delle proposte fondate per salvare la Valle del Mignone da questo scempio ed assicurare contestualmente una mobilità adeguata per la conclusione della trasversale come quella che finalmente sembra iniziare a svelarsi agli occhi degli amministratori e dell’ANAS che prevede l’aggiramento a nord del nodo di Monteromano

Questi cittadini parlano solo quando occorre ma sopratutto continuano a vigilare in ogni sede e su tutti i possibili danni ambientali ed erariali che la politica finge di non vedere in nome di un falso progresso che sta privando le future generazioni del diritto a godere della propria terra e delle poche aree incontaminate che sono scampate ad asfalto, cemento e mega appalti.

Comitato per la difesa della Valle del Mignone
Italia Nostra Sezione Etruria
Comitato per il diritto alla mobilità di Tarquinia