Università Agraria: no al nucleare e consiglio aperto

Riceviamo e pubblichiamo

L’Università Agraria di Tarquinia ha deliberato la propria contrarietà al Nucleare ed ha stigmatizzato la possibilità che Centrali vengano costruite o convertite sul nostro territorio. Coerentemente con la sua storia si pone attenzione alle problematiche ambientali del territorio, scevra da logiche politico-elettorali. Il vice presidente Pierangelo Conti, dopo il pronunciamento della Giunta esecutiva sta lavorando insieme all’opposizione ad un Consiglio Aperto in cui dibattere di nucleare, discarica di Allumiere e saline cercando ciò che unisce le forze politiche e non ciò che le separa..

“Il problema ambientale riguarda, infatti, tutti senza distinzione di appartenenza politica e la tutela della salute dei cittadini è un tema che deve trovare ognuno pronto a fare la sua partecommenta Pierangelo Conti – Quello del nucleare è un tema attualissimo e la recente sentenza che sancisce l’obbligo del parere delle autonomie locali deve spingere tutti ad alzare la guardia e a far sentire la propria opinione. Va sottolineato come il governo ha deciso per un ritorno del nucleare nel nostro Paese, con un obiettivo dichiarato di produrre il 25% dell’energia elettrica dall’atomo”.

“Il nucleare – continua Conti – non è la soluzione per rispettare l’accordo vincolante europeo 20-20-20 (secondo cui entro il 2020 tutti i Paesi membri devono ridurre del 20% le emissioni di CO2 del 1990, aumentare al 20% il contributo delle rinnovabili al fabbisogno energetico, ridurre del 20% i consumi energetici), incorrendo in ulteriori sanzioni da aggiungere a quelle ormai inevitabili per il mancato rispetto del Protocollo di Kyoto”.

“L’Università Agraria con la sua giunta – aggiunge Conti – ha deliberato di mettere in pratica tutte le azioni possibili per contrastare il ritorno al nucleare, di promuovere la cultura del rispetto dell’ambiente, di impegnarsi a favore di buone pratiche di risparmio ed efficienza energetica e per la diffusione della produzione di energia da fonti rinnovabili”.

Università Agraria: no al nucleare e consiglio aperto

L’Università Agraria di Tarquinia ha deliberato la propria contrarietà al Nucleare ed ha stigmatizzato la possibilità che Centrali vengano costruite o convertite sul nostro territorio.

Coerentemente con la sua storia si pone attenzione alle problematiche ambientali del territorio, scevra da logiche politico-elettorali.

Il vice presidente Pierangelo Conti, dopo il pronunciamento della Giunta esecutiva sta lavorando insieme all’opposizione ad un Consiglio Aperto in cui dibattere di nucleare, discarica di Allumiere e saline cercando ciò che unisce le forze politiche e non ciò che le separa..

“Il problema ambientale riguarda, infatti, tutti senza distinzione di appartenenza politica e la tutela della salute dei cittadini è un tema che deve trovare ognuno pronto a fare la sua partecommenta Pierangelo Conti – Quello del nucleare è un tema attualissimo e la recente sentenza che sancisce l’obbligo del parere delle autonomie locali deve spingere tutti ad alzare la guardia e a far sentire la propria opinione. Va sottolineato come il governo ha deciso per un ritorno del nucleare nel nostro Paese, con un obiettivo dichiarato di produrre il 25% dell’energia elettrica dall’atomo”.


“Il nucleare – continua Conti – non è la soluzione per rispettare l’accordo vincolante europeo 20-20-20 (secondo cui entro il 2020 tutti i Paesi membri devono ridurre del 20% le emissioni di CO2 del 1990, aumentare al 20% il contributo delle rinnovabili al fabbisogno energetico, ridurre del 20% i consumi energetici), incorrendo in ulteriori sanzioni da aggiungere a quelle ormai inevitabili per il mancato rispetto del Protocollo di Kyoto”.

“L’Università Agraria con la sua giunta – aggiunge Conti – ha deliberato di mettere in pratica tutte le azioni possibili per contrastare il ritorno al nucleare, di promuovere la cultura del rispetto dell’ambiente, di impegnarsi a favore di buone pratiche di risparmio ed efficienza energetica e per la diffusione della produzione di energia da fonti rinnovabili”.

“Partirà a giorni – conclude Conti – la richiesta ufficiale ai Comuni di Tarquinia e di Montalto di Castro affinché si dichiari il “territorio comunale denuclearizzato”, contrario quindi alla produzione di energia nucleare, di vietare su tutto il territorio comunale l’installazione di centrali che sfruttino l’energia atomica, l’installazione di siti di stoccaggio, anche temporanei, per i rifiuti e sottoprodotti radioattivi derivanti dalla produzione di energia da centrali ad energia atomica, inclusi quelli derivanti dalle centrali dismesse”.