Riceviamo e pubblichiamo
“Una cifra prudenziale e oggettiva – spiega il presidente Alessandro Antonelli – derivante da una valutazione peritale realistica. Il periodo ricompreso va dal 1983 al 2009, su di una superficie di circa 1600 Ettari, suddiviso tra boschi e seminativo. Dati pressoché inconfutabili, che hanno richiesto un lungo processo valutativo e infruttuosi confronti con la controparte”.
“La Corte di Cassazione ha già, come noto, deciso sulla disponibilità dei terreni recuperati da Tarquinia nel 2009, sul quantum ha rimesso la valutazione al Tribunale Civile di Civitavecchia. – prosegue Antonelli – Scontata la sussistenza del danno c’è solo da definire l’importo. Una causa importante che si preannuncia celere nello svolgimento limitato ad un giudizio di mera valutazione economica. Pur comprendendo il duro colpo per l’Università Agraria di Monteromano, non possiamo esimerci dal porre in essere l’azione legale. Somme dovute e riconosciute in diritto nella sentenza già passata in giudicato. Siamo consci che qualunque cifra riconosciuta dal giudice sarà complessa per il bilancio dell’Ente di Monteromano e di difficile recupero per l’Università Agraria di Tarquinia. Storicamente, in più di una circostanza si è stati vicino ad un accordo transattivo. Alla luce delle sentenze Tarquinia ha riottenuto i suoi terreni e sarà risarcita per non aver potuto utilizzare gli stessi, difficile oggi trovare un punto d’incontro. Non ci pronunciamo su responsabilità e soluzioni alternative. Prima udienza prevista per il mese di ottobre”.