Riceviamo e pubblichiamo
“Come richiesto nel dibattito consiliare, peraltro in forma bipartisan, abbiamo concesso ulteriore lasso di tempo ai fini del rilascio bonario della struttura o dell’adempimento dell’obbligazione principale riferita al canone per un importo pari a circa euro 160.000, salvo ulteriori adempimenti di minore portata, ma comunque necessari. Nulla di tutto ciò è avvenuto evidente che non si possa attendere oltre. Doveroso scongiurare ogni polemica politica. Questa vicenda coinvolge 80 famiglie tarquiniesi, è iniziata nel 2000 con la sottoscrizione del contratto, una storia complessa, che non può essere ricostruita in modo arbitrario e politico. Doveroso ricordare la linearità delle scelte operate dall’Università Agraria fin dai tempi in cui taluni odierni amministratori erano in minoranza.
Parlando per fatti, fu la Maretour a citare in giudizio l’Agraria, correva l’anno 2004, senza incertezze l’Amministrazione resistette per far valere i diritti dell’Ente. Pretese giudiziarie oggetto di una transazione, quella del 2010, che ha messo ulteriormente a riparo l’Università Agraria da qualunque rivendicazione da parte della Maretour, tanto che oggi si disquisisce solo delle obbligazioni assunte dalla società. In sintesi ci siamo dimostrati risoluti davanti a gravi inadempimenti e dialoganti ove era possibile sostenere l’attività della società nell’interesse esclusivo della struttura e dell’Università Agraria. Non da ultimo con la possibilità data alla Maretour di scegliere partner commerciali. Speriamo che i tempi della giustizia siano celeri”.