A spasso nella Tuscia nel fine settimana: arte, storia, natura

A spasso nella Tuscia nel fine settimana : sabato 26 e domenica 27 settembre 2020 come presentati dal sito istituzionale della Provincia di Viterbo

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Culti, ludi e riti di Sutri (VT), sulla via Francigena

Il Parco Regionale dell’antichissima città di Sutri rappresenta una delle più piccole realtà del sistema regionale delle Aree Protette del Lazio. E’ caratterizzato da importanti evidenze archeologiche e dalla compresenza di valori storici, paesaggistici ed ambientali.

Visiteremo la parte più antica, ripercorrendo a valle l’importante via romana Cassia. La stessa arteria fu denominata Francigena nel Medioevo per essere stato asse viario dei pellegrini alla volta di Roma e della Terra Santa, che vedevano in Sutri un’importante meta prima di giungere alla Città di Pietro anche per la presenza della chiesa rupestre dedicata alla Madonna del Parto, sede di un precedente luogo di culto dedicato al dio Mitra.

Lo visiteremo passando dall’anfiteatro interamente scavato nella roccia, a lungo sepolto e lasciato nell’oblio, al castello di Carlo Magno, proseguendo nelle profonde tagliate di tufo sulle orme dei pellegrini per ritornare al punto di partenza attraverso l’incredibile necropoli rupestre.

A cura di Antico Presente

Guida: Sabrina Moscatelli Guida turistica abilitata e Guida ambientale escursionistica iscritta nel registro nazionale A.I.G.A.E. (tesserino Numero LA339)

Dati tecnici: Durata 3 ore

Appuntamento: Sabato 26 settembre 2020 ore 9,30 alla Biglietteria dell’Anfiteatro a Sutri (VT).

Equipaggiamento: Abbigliamento sportivo. Si richiedono scarpe comode e con fondo adatto a camminare su strade di campagna.

Condizioni: Prenotazione obbligatoria alla quale si riceverà conferma sulla disponibilità e tutte le informazioni riguardo i DPI e il rispetto delle regole.

Quota di partecipazione: € 10,00 che include polizza professionale RC con massimale di Euro 5.000.000. La visita guidata è gratuita per i ragazzi fino a 16 anni. Biglietto di Ingresso all’Anfiteatro di Sutri €8,00.

Informazioni e prenotazioni: Sabrina 3395718135 info@anticopresente.it www.anticopresente.it


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Dai monaci dell’Abbazia al Principato di S.Martino al Cimino

Esiste un luogo nella Tuscia a 500 mt sui Monti Cimini, impregnato di storia e di bellezza ambientale, circondato da un monumentale bosco di faggi, querce e castagni, dove, nelle giornate limpide di tramontana, dalla piana di Viterbo si scorge il mare fino all’Argentario.

Luogo ameno, fu scelto nel XII sec. dai monaci cistercensi di Pontigny come sede della loro abbazia, costruita seguendo le tipiche forme dell’architettura gotica francese. Nel XVII secolo fu feudo della cognata di Papa Innocenzo X, Olimpia Maidalchini Pamphilj.

Non si tratta di un semplice borgo, ma della storia di un vero e proprio Principato, voluto da Donna Olimpia affezionata al borgo, tanto da riceverne il titolo di Principessa di San Martino al Cimino. La nobildonna affidò poi al Borromini la ristrutturazione architettonica e l’artista si occupò anche dei lavori nell’abbazia. Volle inoltre la trasformazione radicale del tessuto urbano con un progetto all’avanguardia per i tempi, realizzato da un architetto militare, consistente di uno dei primi esempi di case a schiera in Italia.

In quell’occasione il Palazzo Doria Pamphilj, realizzato in posizione dominante ed accanto all’Abbazia, usato originariamente dai monaci come ospedale, venne trasformato in un sontuoso palazzo signorile utilizzando i materiali provenienti dall’altro palazzo di famiglia di Donna Olimpia, quello di piazza Navona a Roma.

Il Palazzo Doria Pamphilj è costituito da un locale medievale, sottostante il piano stradale, noto come “Cantinone” (l’antico Hospitale dell’abbazia), da un piano rialzato (con la vasta sala Aldobrandini), da un mezzanino e da un piano nobile (con la splendida Sala Olimpia e le altre stanze impreziosite da soffitti lignei e fregi decorati).

In questa occasione riusciremo, straordinariamente, a vedere l’interno del Palazzo Doria Pamphilj nella sua migliore veste! Lo storico palazzo apre i battenti dopo un lungo periodo di chiusura con visite guidate a tema e allestimenti speciali. Questo grazie alla Regione Lazio, che ha affidato la sua valorizzazione a LAZIOcrea e anche grazie al programma Artbonus.

Grazie alle associazioni del territorio, coordinate dalla Confraternita del SS. Sacramento e S. Rosario, sarà possibile visitare le sale dell’interno come l’antico Hospitale che accoglieva i pellegrini della via Francigena, la Sala Aldobrandini al piano rialzato e le sale al piano nobile, fra cui quella di Donna Olimpia.

Assisteremo al percorso teatralizzato in costume d’epoca
Visiteremo l’interno del Palazzo in un percorso guidato seguendo la narrazione delle vicende che hanno interessato la nascita del Borgo Cimino; gli interpreti in costume metteranno in scena la cosiddetta «Ottombrata Sanmartinese» : con la voce narrante dello storico Colombo Bastianelli, ricordano la storia del pontefice Innocenzo X Pamphilj che, i primi giorni di ottobre nel 1653, si mise in cammino da Roma verso San Martino al Cimino. Al termine della sua visita, decise di iscrivere il borgo nell’albo delle città pontificie, descrivendolo con queste parole: “Non un borgo ma una città, non una città ma il mondo!”.

Olimpia invece fu senza dubbio un personaggio emblematico del suo secolo, della Roma dei papi nepotisti, dotata di un ingegno e un intelletto certamente superiore. La chiesa non perdonò la donna che per quindici anni governò lo stato pontificio tramite la figura del cognato, pur riconoscendole grandi capacità politico organizzative. Su Donna Olimpia Maidalchini è stato scritto proprio di tutto, bene e male, verità e menzogne; pochi anni dopo la sua morte le vennero attribuite relazioni amorose persino con il cognato papa Innocenzo X, frutto di autentiche maldicenze non provate da nessun documento storico.

Storia, architettura e arte in una delle scenografie più esclusive del Lazio

Ricerche e testi di Colombo Bastianelli, storico della famiglia Pamphilj;
Consulenza sui costumi di Elisabetta Gnignera, storica del Costume e delle Acconciature medievali e rinascimentali
Rappresentazione a cura della Compagnia teatrale Sanmartinese “Danilo Morucci”

Durata 2 ore. Spettacolo con posti a sedere lungo il percorso.

Appuntamento: Domenica 27 settembre 2020 due visite una alle ore 16.00 e un’altra alle ore 18.30. Appuntamento 15 minuti prima dell’inizio delle visite sulle scale d’ingresso all’Abbazia Cistercense di San Martino al Cimino in via Andrea Doria.

Condizioni: Vista l’apertura straordinaria e l’eccezionalità dell’evento i posti sono limitati. Prenotazione obbligatoria e possibilmente anticipata. In caso di disdetta, vista la grande richiesta, si prega di avvisare per offrire ad altri la possibilità persa.

Contributo: Ingresso con quota di partecipazione “Art Bonus”, € 10,00 a persona esclusi i bambini fino a 6 anni di età.

Informazioni e prenotazioni: M.Giulia 335.8034198 info@anticopresente.it www.anticopresente.it

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Pinocchio e Tribuzi a Farnese

Per celebrare il 25esimo anniversario dell’istituzione della riserva naturale regionale “Selva del Lamone” l’ente parco e il comune di Farnese, in collaborazione con l’associazione culturale Comunità narranti presentano una passeggiata-racconto nuova di zecca: “Pinocchio e Tiburzi a Farnese”.

L’evento sarà condotto, fianco a fianco, dal genius loci del Lamone Giovanni Antonio Baragliu e dal narratore di comunità Antonello Ricci. Tre le guest star della mattinata: Caterina Pisu, archeologa direttrice del locale museo civico e Marco D’Aureli, direttore del museo del brigantaggio di Cellere; una deliziosa sorpresa infine l’intermezzo della narratrice di comunità Maria Morena Lepri.

Passeggeremo insieme per strade e piazze di Farnese, spingendoci nei suoi immediati dintorni, facendo tappa sui luoghi del set del leggendario “Pinocchio” di Comencini ma anche a cospetto di alcune perle rare, monumentali e artistiche, della cittadina maremmana.

Mentre Baragliu s’incaricherà di presentare al pubblico un’inedita Farnese alchemica (per l’occasione verrà aperta al pubblico la chiesa tardocinquecentesca di Sant’Anna, vero scrigno di storia dell’arte), Ricci estrarrà dalla bisaccia dei suoi racconti il “Pinocchio” di Collodi. Pisu racconterà l’inesauribile ricchezza archeologica del territorio farnesano; D’Aureli tratteggerà invece il mito del brigante nell’immaginario popolare.

L’appuntamento è per domenica 27 settembre 2020 alle 9 a Farnese davanti alla sede della riserva naturale regionale “Selva del Lamone” in località Bottino snc (comodo parcheggio a pochi metri dal centro storico). Partecipazione libera. Al termine verrà offerto a tutti i partecipanti un aperitivo “rustico” allestito dalla rinomata azienda “Il radichino” dei fratelli Pira. Prevista anche una “sorpresa” video: la proiezione di testimonianze legate allo sbarco a Farnese del “Pinocchio” di Comencini.

Nel rispetto della normativa anti-Covid si raccomanda di portare la mascherina nonché di mantenere costantemente la dovuta “distanza sociale” evitando assembramenti. Gradita la prenotazione.

Info point 0761/458159; Riserva 0761/458861 (interno 5-6) info@visitfarnese.it – lamone2005@libero.com

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Alla scoperta del Castello di Balthus a Montecalvello

Continuano gli appuntamenti autunnali dedicati al Castello di Balthus. Sarà una visita davvero speciale che permetterà di scoprire un luogo unico e di solito chiuso al pubblico, l’insediamento fortificato di Montecalvello con il suo castello che fu la dimora del pittore franco-polacco Balthasar Klossowski de Rola, celebre con il nome di Balthus (1908 – 2001) . Il borgo di Montecalvello è situato nel cuore della Teverina Viterbese, in quella parte della Valle del Tevere che delimita per qualche decina di chilometri il confine fra Lazio ed Umbria, caratterizzata da un paesaggio ora dolce ora segnato da aspri calanchi, uno dei territori più suggestivi e romantici della Tuscia.

Le origini di questo piccolo insediamento fortificato sono tuttora poco chiare. Si pensa che la sua edificazione avvenne tra il 774 ed il 776 su ordine del re longobardo Desiderio, ma le uniche notizie certe si hanno soltanto dalla prima metà del Duecento, quando il castello risulta sotto la potestà della viterbese famiglia ghibellina dei Calvelli, da cui potrebbe derivare l’attuale toponimo. Venne poi la signoria dei Monaldeschi del ramo del Cane, che tra la fine del 1400 e gli inizi del 1500 attuarono la trasformazione da fortezza a palazzo signorile. Ai Monaldeschi succedettero nella prima metà del Seicento i Pamphili con la figura di Donna Olimpia Maidalchini, la potente cognata del papa Innocenzo X, che nel 1654, acquistò alcuni castelli nella valle del Tevere.

Nel 1970 il castello fu infine acquistato dal conte Balthasar Klossowski de Rola, la cui famiglia ne è tuttora proprietaria. Questo grande artista, dall’animo raffinatissimo, fu definito dall’amico Federico Fellini “un signore del Rinascimento”: e la percezione di arcana bellezza che si ha in molti luoghi del Lazio, dove visse per anni, lo colpiva profondamente.

Visitare Montecalvello significa, compiere un viaggio a ritroso nel tempo. Il castello, varcata la porta d’accesso, appare un luogo in cui gli elementi della “modernità” non hanno mai avuto accesso, e dove si può avere la visione quasi perfetta di un villaggio del XVI secolo pervenutoci praticamente intatto.

Ma chi era Balthus? Balthasar Klossowski de Rola fu un pittore molto controverso, i suoi dipinti teatrali che descrivono il mondo come un palcoscenico in cui i sogni si intrecciano alla vita di tutti i giorni, hanno suscitato polemiche a causa delle allusioni esplicitamente sessuali, dovute alla giovanissima età delle modelle ritratte, che invece per il pittore traducono tutta la purezza di un’età non ancora corrotta.

Balthus fu soprattutto uno tra i più originali ed enigmatici maestri del Novecento, il primo pittore che ancora in vita ebbe il privilegio di vedere esposte le sue opere al Louvre. Ancora oggi nell’ultimo piano del Castello, in “soffitta” ci sono i colori, le terre, l’olio di lino, i pennelli lasciati lì proprio da Balthus, che ammirava dalla finestra del suo rifugio, il panorama romantico del fitto bosco di Piantorena, ove un tempo sorgeva un antico villaggio etrusco-romano.

Il borgo – castello di Montecalvello per il suo grande fascino è stato utilizzato molte volte come set cinematografico ad esempio nel 2010 nella serie televisiva per la Rai “Preferisco il Paradiso” dedicata alla vita di San Filippo Neri, nel 2015 per il film di Matteo Garrone “Il racconto dei racconti”, più recentemente nel 2019 per Netflix “Luna Nera”, nel 2020 la serie televisiva targata Rai dedicata a Leonardo da Vinci.

INFORMAZIONI E DETTAGLI: 333 4912669 Anna Rita Properzi Guida Turistica e Ambientale Escursionistica Aigae (anche whatsapp) o scrivendo all’indirizzo mail: annaritaproperzi@gmail.com

Tre appuntamenti:

Sabato 26 settembre: ore 10.00 davanti all’ingresso del Castello nel borgo di Montecalvello

Domenica 27 settembre: ore 10.00 davanti all’ingresso del Castello nel borgo di Montecalvello; ore 16.00 davanti all’ingresso del Castello nel borgo di Montecalvello (a 6 km da Grotte Santo Stefano)

PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA: posti limitati nel rispetto delle norme anticovid19. Al momento della prenotazione verranno fornite tutte le informazioni riguardo i DPI e il rispetto delle norme comportamentali.
COSTO: 18€ (che include costo ingresso al castello e visita guidata)
DURATA: 2 ore circa