#Agraria2017 – Ecco i nomi nelle liste: proviamo a leggere gli scenari politici

(s.t.) Sono stati giorni di una confusione politica probabilmente senza precedenti, a Tarquinia; e quello che ne esce oggi, ultimo giorno per presentare le liste per le candidature all’Università Agraria di Tarquinia, è qualcosa per certi versi di storico, con passaggi che possono segnare in maniera decisa il futuro prossimo della politica cittadina.

La notizia da titolo è, come evidente, l’assenza del Partito Democratico dalla competizione elettorale, con il centrosinistra – che governava l’ente da oltre un decennio, con i due mandati di Antonelli e l’esperienza di Blasi – del tutto fuori dalla corsa per via Garibaldi. Quanto accaduto nella settimana pre elettorale e sino a stamani ha dell’incredibile, con alcuni uomini del partito che ancora a pochi minuti dalla deadline erano certi della partecipazione: dopo il mancato ricompattamento con i MoRi sotto al nome di Alessandro Dinelli, si era provato a cercare la stessa alchimia con Francesco Sposetti, senza però evidentemente riuscire nell’intento. Si era parlato anche del nome del segretario Armando Palmini per capeggiare una lista che almeno partecipasse alla contesa, ma non sono bastate parole, trattative, incontri: il PD, dopo la sconfitta di giugno, continua il suo momento nero.

Solo i prossimi giorni, forse settimane permetteranno di capire cosa sia realmente accaduto e cosa riserverà il futuro. Ci sarà poi da chiedersi se e quale posizione ha preso o prenderà Renato Bacciardi: ufficialmente fuori dalla competizione, ma nella lista di Idea e Sviluppo a sostegno di Borzacchi si leggono almeno quattro nomi in passato a lui vicinissimi, a partire da Letizia La Valle: separazione di strade o la scelta di una vicinanza implicita al progetto del centrodestra? “Nessuna vicinanza – chiarisce al telefono Bacciardi – Ogni membro del gruppo è stato lasciato libero di compiere le proprie scelte quando si è deciso di non fare una nostra lista, cioè quando sono venute a mancare le condizioni per una scelta di larghe intese”.

Una decisione presa, pare, di comune accordo anche con Gianni Moscherini, che infatti non sarebbe del tutto d’accordo con la scelta di Alberto Riglietti di presentare una lista dell’ultim’ora che comunque, pure in caso di sconfitta, porterebbe a casa sei consiglieri d’opposizione. Ma sulla candidatura del dottore già si fanno delle considerazioni sul futuro: stante che ci sono sei mesi per sciogliere i nodi delle incompatibilità, il candidato presidente dovrà prima o poi scegliere se abbandonare gli scranni dell’Agraria o quelli del Comune. Alcuni dubbi erano stati sollevati anche sulla documentazione portata a corredo della candidatura, ma Riglietti conferma di aver depositato nei tempi il materiale e aver avuto ricevuta di quanto prodotto. Sarà, semmai, la commissione elettorale dell’Ente, che si riunirà giovedì mattina, a valutare quanto depositato da tutte le forze politiche in concorso.

Chi da tutto questo dovrebbe sorridere è il centrodestra, che si presenta strafavorito alle urne. Ma quando l’opposizione viene a mancare – la politica lo insegna – iniziano le prove di forza in maggioranza, e le liste che si presentano ai nastri di partenza sotto la guida di Sergio Borzacchi sembrano proprio andare in tal senso. Un pericolo da disinnescare, e il ruolo di artificieri adesso lo condividono in due: il sindaco Pietro Mencarini ed il candidato presidente Sergio Borzacchi. La solidità dell’uno, in caso di vittoria, sarà strettamente legato a quella dell’altro, e viceversa.

A questo link, tutti i nomi dei candidati