“Amici… mai”: Ranucci-Bacciardi, storia di un’amicizia (politica) mai nata

(s.t.) Amici non lo sono probabilmente mai stati, anche quando condividevano il tavolo nella giunta Mazzola. E il loro rapporto è stato il nodo – almeno mediatico, chissà se davvero anche politico-sostanziale – della frattura che ha spaccato l’alleanza quasi decennale tra PD e MoRi (o Polo dei Moderati, o come dir si voglia).

 Ma l’esito elettorale apre, oggi, in maniera evidentemente ed esplicitamente diretta la faida tra Renato Bacciardi ed Anselmo Ranucci che, chiamato ieri in causa dall’ex alleato, torna oggi a parlare su Facebook replicando in maniera veemente.

“Vedo che qualcuno ha ancora voglia di tirarmi per la giacca. – esordisce Ranucci – Sono una persona tranquilla e non ho nessuna voglia di arrabbiarmi, ma per favore abbiate l’accortezza di chiudere la bocca se non per decenza (quella ormai l’avete persa del tutto) almeno per non scatenare contro tutte le ilarità del caso”.

Ed ecco l’attacco politico: “Bacciardi si permette di dare giudizi e aggettivi? Ma stiamo scherzando? Dopo le foto con la bandana a braccetto di Moscherini ha il coraggio ancora di parlare ? Dopo le sue dichiarazioni “mai accordi con nessuno”, sentite e risentite mille volte da tutta Tarquinia, parla di morti, cadaveri politici, falliti e perdenti?”

Il nodo è sempre lo stesso, i rapporti tra alleati nel post elezioni all’Agraria: “Per la sue manie di protagonismo sono caduti due enti, non per arroganza del Pd. Avevano più poltrone che sederi da metterci sopra, quello che diceva la mattina non era più valido alla sera, inciuciava con mezzo mondo politico, prometteva presidenze e assessorati a destra e manca e ora, a disfatta compiuta, viene a prendermi di petto, proprio a me , che in ogni competizione elettorale l’ho sempre doppiato”.

“Non ha voluto fare le primarie di coalizione – continua l’ex assessore – perché, per quale motivo ? Perché sapeva di perdere e ha preferito fuggire a gambe levate, facendosi candidare dai MoRi, cioè da quello stesso Pd che tanto avversava. Meglio tacere che parlare e far capire agli altri quanto valgo e chi sono. Ecco, Bacciardi avrebbe fatto meglio a tacere, lasciare perdere il Pd, la Santi, Egidi, ma soprattutto il sottoscritto che ha sempre tenuto un comportamento corretto e rispettoso. Gli stracci servono per pulire le ferite non per spazzolare la propria coscienza, se solo ce ne fosse una. Il suo tentativo di farsi regalare uno strapuntino all’ultimo minuto, sta a dimostrare la pochezza di un progetto, andato poi in frantumi, con i MoRi e molti suoi esponenti che si sono dissociati, lasciando il tulipano nero solo e con la sua bandana in testa.

“Sui mMoRi non dico nulla. – conclude Ranucci – Le dichiarazioni fatte dimostrano che gli errori ci sono stati e riconosciuti. Ora è il momento di tacere, riconoscere serenamente la sconfitta, accettare il verdetto della democrazia. Se sbagli un rigore non puoi dire mi hanno spostato la porta. Ammettere gli sbagli fa crescere e impedisce di farne ancora. Cercare di dare le proprie colpe, attribuire i propri errori sempre a chi ti sta vicino, non ti fa recuperare credibilità, né tanto meno ti toglierà quella bandana dalla testa. Ave,Renato, MORIturi te salutant”.