Battistoni battezza Minniti: “Un Polo di centrodestra per sviluppo e lavoro”

di Stefano Tienforti

“Anche senza sigla, siamo noi il PdL a Tarquinia”. La frase, alla fine, dalla sede del neonato Polo di centrodestra esce, anche se aleggiava da un po’ nell’atmosfera, attorno alle teste del candidato sindaco Cristiano Minniti e degli uomini (e donne) della sua lista. Ed a farla aleggiare contribuiva, e non poco, una presenza che – data la situazione attuale e dopo la lotta per il simbolo Pdl, poi negato ai minnitiani – non poteva passare inosservata: Francesco Battistoni, consigliere regionale pidiellino, che senza giri di parole ammette “Non condivido quanto successo a livello di accordi provinciali: chi è in trincea da tanto tempo va premiato”.

La conferenza stampa per presentare il progetto politico – “è nato circa un anno fa – spiega Minniti – e ci siamo divertiti a realizzare un’idea innovativa di centrodestra, confrontandoci tra di noi e con le realtà cittadine per costruire un programma” – vive nella dichiarazione dell’Onorevole il suo momento giornalisticamente clou, ma non mancano, a rincarare la dose contro la scelta del Pdl di sostenere Meraviglia, gli sfoghi di Olmi, Catini e Fiaccadori. “Quell’accordo tra Udc e Pdl non porta nessun beneficio a Tarquinia – spiega quest’ultimo – ma serve solo a Viterbo, e noi siamo stufi di lavorare per Viterbo”.

A parlare di programmi pensa, in apertura, il candidato sindaco, rilanciando ed approfondendo le idee già fatte circolare in rete e sulla stampa: riqualificazione e rilancio del Lido, porto turistico, San Giorgio, Marina Velka, sostegno all’agricoltura (riducendo, nei limiti del possibile, l’Imu sui terreni agricoli). In due parole, sviluppo ed occupazione: “Abbiamo rifiutato offerte per accordi avanzate da chi, per dieci anni, ha bloccato lo sviluppo di Tarquinia – le parole di Minniti (che nel video in basso “accusa” Mazzola di non aver ben operato per favorire sviluupo e crescita, ndr) – Questi progetti genereranno oltre 3.000 posti di lavoro in sessanta mesi, e sono tutti o quasi finanziati dall’imprenditoria privata”.

In particolare, la presenza di Battistoni spinge l’ex assessore alle politiche giovanili ad annunciare un ulteriore obiettivo: “Lo scandalo dell’abbandono del conservificio deve terminare: chiederemo alla Regione Lazio un coinvestimento per rendere quella struttura un polo di trasformazione alimentare operante dieci mesi l’anno”.

La volata, insomma, è iniziata. Ora bisognerà far conoscere il programma e guadagnarsi dagli elettori la fiducia, dimostrando credibilità. I sedici nomi in lista sono un’incognita: qualche debuttante, tre o quattro facce ormai tradizionali che, però, dovranno verificare il loro successo numerico senza la “spalla” di un simbolo partitico. Ed il candidato sindaco, con l’aria di battaglia costruita attorno al’assenza della sigla. Risposte certe, in mezzo a 220 rivali circa, non ce sono: resta solo da lavorare ed aspettare il 7 maggio.