Cesarina Giorgi e le sfilate della boutique “Capriccio” – LE FOTO

Riceviamo e pubblichiamo

“Le prime sfilate le abbiamo tenute a metà anni ‘80 allo stabilimento balneare Tamurè, poi negli anni successivi al Pachà, alla Torre del Sole, al chiostro di San Marco, ed in piazza del comune con la splendida fontana come scenografia”. Così Rosalba Patussi, figlia di Cesarina Giorgi – ideatrice, all’inizio degli anni ’70, a Tarquinia, della boutique “Capriccio antiquariato e piccole cose” – ricorda l’impegno della madre, scomparsa la scorso 30 ottobre, nel settore della vendita di capi d’abbigliamento di alta moda.

Nata a Canino il 18 marzo 1929, studentessa a Roma, in collegio, Cesarina da sposata vive inizialmente a Trieste e poi a Firenze, dove si innamora dell’antiquariato. Studia con impegno, diventa antiquaria ed inizia a fare l’arredatrice. Da donna intraprendente, moderna ed emancipata quale era, decide, dopo alcuni anni, che ciò non le basta, e pensa ad un negozio estivo di antiquariato.

Pur essendo Tarquinia una città antica e ricca d’arte e con un ricco turismo romano, però, l’antiquariato viene poco compreso e così, dopo tre anni, azzarda e decide di affiancare all’antiquariato alcuni capi di moda. Sono gli anni ’70, gli anni di esordio della moda italiana prêt-à-porter al grande pubblico, le case di moda sono Le sorelle Fontana, Giorgio Grati, Antonelli, Pucci: i grandi stilisti che oggi tutti conoscono, allora erano agli inizi della carriera ed ancora poco conosciuti.

Alla fine degli anni settanta, dopo un connubio antiquariato-moda, avviene la trasformazione, l’antiquariato lascia totalmente spazio alla moda e nasce la “Boutique Capriccio” che tutti conoscono. Negli anni ’80,  in pieno boom della moda, attenta alle richieste di mercato, Cesarina Giorgi capisce che è ora di rinnovarsi e decide di farlo, nel solo modo che la sua indole conosce: farlo con gusto, farlo bene e sempre al meglio e così la Boutique Capriccio si sposta a Tarquinia Lido con un negozio molto più grande ed architettonicamente innovativo, d’immagine, un negozio decisamente moderno che trasforma, quel tratto di Lungomare in un polo di attrazione, un’ampia vetrina del bello sul mare. Nello stesso periodo inizia il lungo periodo ventennale delle Sfilate, che non solo consolidano la notorietà del Capriccio sul territorio, ma portano una ventata di brio e mondanità a Tarquinia, diventando un appuntamento molto apprezzato ed atteso da tutti.

“Abbiamo sempre fatto, ogni anno, almeno due manifestazioni – prosegue Rosalba – una esclusivamente “sfilata” a presentazione della moda dell’anno in corso, l’altra in collaborazione con Miss Italia, collaborazione durata negli anni. Quando abbiamo iniziato a fare le sfilate, tutto era più semplice, ma sempre ben fatto e con stile”.

“Negli anni successivi, come giusto che sia, ci siamo perfezionati in tutto – prosegue il racconto – nella scelta delle ragazze, del locale, della musica, a cui tenevamo particolarmente perché doveva essere in armonia con gli abiti, delle luci, del presentatore e con l’ introduzione di un cantante ad apertura e chiusura della serata. Abbiamo sempre cercato di realizzare delle manifestazioni che fossero lontane da quel sapore approssimativo e senza glamour che potesse farci cadere nel banale”.

“Lavoravamo sodo – ricorda commossa la figlia di Cesarina – per preparare le sfilate al meglio, almeno venti giorni prima, le cose da fare erano davvero molte, dal giusto abbinamento degli accessori ad ogni abito, alle ripetute prove di portamento, alla realizzazione, non facile, dei cartelloni; ogni ragazza aveva il suo cartellone in cui veniva indicato, numero di uscite, abito, accessori, acconciatura e cosa importantissima sequenza di uscita tra una ragazza e l’altra, era un dettaglio fondamentale per creare quell’armonia che legasse la successione di abiti per colori, tessuti e temi dell’anno, aiutando così lo spettatore alla corretta interpretazione della tendenza della moda”.

“Certo devo riconoscere che per me e mia madre assistere due volte all’anno alle sfilate di alta moda di Milano dei grandi stilisti, Moschino, Alberta Ferretti, Trussardi, Cristian Dior, Roberto Cavalli, Dolce e Gabbana, ci ha aiutato molto. Ci ha permesso di ripetere e diffondere a Tarquinia quel gusto, quell’attenzione al bello, alla cura dei particolari che solo la grande moda ti trasmette se hai capacità e spirito d’iniziativa. Dietro ad ogni sfilata c’erano giorni, ore di fatica – conclude Rosalba –c’era un duro lavoro di squadra che veniva però ricompensato dai complimenti della clientela e dalla numerosa affluenza di pubblico che ne decretava ogni volta il successo”.

Sempre soddisfatta di ciò che aveva realizzato, ricercata ed amata dalla sua clientela, mai si era pentita di aver investito e realizzato a Tarquinia un negozio di tale livello, anche quando in molti, specie negli ultimi anni, le dicevano che aveva sbagliato, aveva dato e fatto troppo per una località che non era riuscita a stare al suo passo. Da donna che aveva viaggiato, che aveva vissuto in una delle città più belle del mondo come Firenze, era consapevole, con dispiacere, che Tarquinia non aveva saputo cogliere quell’opportunità di crescita nei suoi anni migliori di affluenza turistica e sfruttare al meglio, trasformare ed amalgamare in qualcosa di unico, di curato, di estremamente bello, quelle che sono le sue grandi potenzialità, i suoi tesori:  il mare con la riserva naturale delle saline, il fascino della campagna della Tuscia, la storia, l’arte e il suo innumerevole patrimonio culturale.

Cesarina sapeva, da imprenditrice, che la forza, il futuro della sua amata Tarquinia, era la capacità  di unione di tutto ciò. Ormai grande, 88enne, ma giovane di spirito e con la solita grinta che da sempre la caratterizzava, ancora ricercava in ogni cosa che faceva il bello, l’ordine, la cura dei particolari ed ancora come da giovane si arrabbiava nel vedere il Lido abbandonato a qualsiasi progetto di rilancio urbanistico, paesaggistico, architettonico o di fronte al poco senso civico di chi, villeggiante o tarquiniese che fosse, squalificasse sporcando o non facendo un’adeguata manutenzione a questi luoghi che le erano molto cari.

Un ringraziamento a Silvano Olmi per il materiale fornito