“Con la direttiva Bolkestein si rischia di svendere le spiagge italiane agli investitori stranieri”

Riceviamo da Marco Rossi, responsabile dipartimento Impresa e mondi Produttivi FdI, e pubblichiamo

Con la seduta n. 637 del 14 Febbraio 2022, si è dato il via alla discussione delle concessioni demaniali marittime per finalità turistico ricreative, alla luce della direttiva n. 2006/123/CE, più nota come direttiva Bolkestein.

Il testo prevede che entro il 31 Dicembre 2023 si provveda ad andare a gara, senza tenere conto di tutte quelle attività d’impresa che hanno costruito la loro storia e quelle delle innumerevoli località di vacanza nel corso dei decenni.

Proprio per questo nella seduta sopra citata, FDI ha provveduto a presentare una mozione, con il chiaro intento di tutelare un settore che è già stato duramente provato dai due anni di pandemia; nella mozione si chiede di sostenere in sede di Parlamento Europeo l’inapplicabilità della direttiva per le concessioni marittime, fluviali o lacuali per fini turistico-ricreativi, come già fatto con altre nazioni come Spagna e Portogallo, le quali hanno già potuto prorogare le concessioni senza alcuna contestazione da parte dell’Unione.

FDI pone inoltre l’attenzione anche su altre figure interessate dalla direttiva, le guide turistiche, le quali per un errore di comprensione del testo rischiano di essere equiparate ai cosiddetti “tour guides”. La guida turistica infatti non rientra nella figura organizzativa ma bensì una figura altamente preparata e formata alla salvaguardia del patrimonio artistico-culturale della Nazione, e soprattutto provvista della relativa e necessaria abilitazione.

Fratelli D’Italia ribadisce con forza come il turismo balneare italiano rappresenti un unicum nel panorama europeo e mondiale, soprattutto grazie agli investimenti sostenuti negli anni dai concessionari, i quali si ritroverebbero di fatto espropriati. Chiediamo al Governo dei migliori di tutelare un settore di fronte ad una direttiva ingiusta, che di fatto contribuirà a svendere le spiagge italiane a favore dei grandi investitori stranieri.