Dopo 22 anni Wenger lascia l’Arsenal: ecco come è cambiata Londra dal 1996 ad oggi

Con un annuncio sul proprio sito internet, l’Arsenal – per chi non masticasse affatto di sport, uno dei più celebri club calcistici di Londra – stamani ha annunciato l’addio, a fine stagione, del suo allenatore, il francese Arsène Wenger. Nulla, all’apparenza, di nuovo nel calcio moderno, se non fosse che il tecnico dei Gunners sedeva su quella panchina – virtualmente parlando, perchè come vedremo anche quella è fisicamente cambiata – dal 1996: 22 anni che, nel calcio d’oggi, sono un’enormità!

Sorvoliamo sulle vicende sportive, fatte di trionfi e delusioni, di cui trovate ogni dettaglio su tutti i siti sportivi. E fermiamoci invece a giocare con la macchina del tempo, immaginando di arrivare a Londra, nel 1996, con lo stesso aereo che portò Wenger in una Londra, allora, profondamente diversa.

Tanto per cominciare, la popolazione allora non raggiungeva i 7 milioni di abitanti, contro i quasi 9 milioni attuali. E mancava di alcuni dei simboli più iconici della Londra nel nuovo millennio: a partire dal London Eye, la cui costruzione sarebbe iniziata appena due anni dopo, nel 1998, per essere inaugurato in occasione del capodanno del 2000 ed aperto al pubblico nel marzo successivo. Discorso simile per il Millenium Bridge: i primi pedoni lo hanno attraversato nell’estate del 2000: se Wenger era tra questi, avrà apprezzato le strane e inquietanti vibrazioni che ne portarono, per qualche tempo, alla nuova chiusura. Sino a giugno del 2000, peraltro, non avrebbe potuto visitare la Tate Modern, che aprì nella sede attuale solo in quella data.

Le capsule del London Eye, però, non sono certo l’unica modifica allo skyline londinese, tutt’altro: lo sguardo alzato da Waterloo Bridge verso St Paul e, dietro, la City, allora avrebbe colto uno scenario del tutto diverso: il Gherkin sarebbe arrivato una manciata di anni dopo e, attorno a lui, sarebbero poi spuntati via via altri grattacieli più o meno alti, presto diventati icone londinesi. Così, percorrendo Bishopgate allora, si aveva una vista del tutto diversa da quella attuale. Per vedere, invece, lo Shard completarsi e rivoluzionare ancora la silhouette cittadina si dovrà attendere il 2012.

Le Olimpiadi del 2012 hanno portato strutture sportive di livello mondiale nella parte orientale di Londra, a Stratford, rigenerando un’area che si sta rapidamente sviluppando. E poco più a sud è sorta l’O2 Arena, il cui nome richiama lo sponsor che per anni l’Arsenal di Wenger ha portato sulle maglie.

Anche sul piano dei trasporti molto è cambiato: i treni per Parigi non partono più da Waterloo, ma da St Pancras, e la maggior parte dei voli British Airways ora partono da un Terminal 5 di classe mondiale a Heathrow. La città ha sviluppato un’overground che si affianca e implementa la Tube, la Circle line non è più circolare , avendo aggiunto il tratto che va da Edgware Road a Hammersmith, la Jubilee Line è ora completa e a fine anno dovrebbe arrivare anche la Elizabeth line: Wenger potrà sperimentarla se tornerà a salutare amici a Londra, ammesso che a sorpresa non sieda su un’altra panchina cittadina!

Sono cambiate la abitudini di commercio e alimentari, mangiare fuori è diventato più cheap e con un’offerta enorme anche dal punto di vista della provenienza geografica. Il sindaco è il musulmano Sadiq Khan – ed è una grossa novità – la Regiona è Elisabetta II – e qui non è cambiato nulla. Gli abitanti e frequentatori di Buckingham Palace sono, in pratica, sempre gli stessi, seppure un po’ invecchiati; eccezion fatta per Lady Diana, che andò incontro alla tragica fine che tutti conoscono l’estate successiva all’arrivo di Arsène a Londra. Da allora, suo marito Carlo si è risposato, suo figlio maggiore William è convolato a nozze con Kate – e dal matrimonio sono arrivati due bambini – e l’altro, Harry, lo farà tra poco, a maggio 2018.

Ma il cambiamento più grande vissuto da Arsène a Londra ha riguardato direttamente l’Arsenal, la sua tifoseria, la sua storia. Quando, il 12 ottobre del 2016, Wenger diresse il suo primo match interno – vincendo 2 a 0, reti di Ian Wright – entrò in quello che era il tempio dei Gunners, Highbury. Lì ha festeggiato le tre vittorie in campionato. Fino a che, nel 2006 – 4 a 2 al Wigan con tripletta di Thierry Henry – squadra e tifosi non salutarono la storica casa per trasferirsi in quella nuova, futuristica, dell’Emirates Stadium.

Ora, per l’Arsenal e per Wenger, si aprono due percorsi nuovi, quasi incredibili da pensare. Una piccola rivoluzione, per chi in questi anni ha cambiato il club quasi tanto come ha visto cambiare la città.