Giulivi fiume in piena: “Non accetterei i complimenti di Moscherini, come non accetto quelli di Caci”. E annuncia Serafini ai Lavori pubblici

alessandro giulivi
Ph: Roberto Romano

(s.t.) “Benvenuti alla casa comunale in cui oggi entrò ufficialmente dopo la conclusione delle fasi di voto e non incongruenze nei verbali: da qui parte il percorso effettivo al comune di Tarquinia”. Così inizia la prima conferenza stampa di Alessandro Giulivi da sindaco di Tarquinia: e tra ringraziamenti alla stampa e sorrisi il piglio pare disteso.

Ma l’attacco duro, durissimo ad una parte dei rivali politici non tarda ad arrivare. “Abbiamo vissuto sei mesi di campagna elettorale intensa, tra tante emozioni – le parole di Giulivi – sino alla liberazione della città nella notte di domenica. Spero sia inizio di una nuova era politica: perché sono certo che chi cerca spazi per inciuci qui non troverà spazio, così come non lo troveranno le persone che non sono state con noi in questa tornata elettorale. Questo è un percorso che si inizia e si finisce con la squadra e con chi ci ha messo la faccia, oltre che con i cittadini che ci hanno dato fiducia”.

“Non posso dire che sarò il sindaco di tutti – rincara la dose Giulivi – io sarò il sindaco dei cittadini di Tarquinia, di coloro che hanno dato fiducia al nostro progetto. Ma certo non voglio essere il sindaco di chi ha portato avanti una campagna denigratoria. Che poi sono rimasti in pochi: in questo giorni, personalmente, non ho trovato uno che abbia votato Moscherini. Ma lo ribadisco: sarò il sindaco di questa città con il dovere e l’orgoglio che questa città richiede”.

Prima di toccare temi politici e programmatici, anche a seguito delle domande della stampa, gli viene chiesto se ha sentito Moscherini dopo il voto, anche per ricevere i complimenti. “Ma anche arrivassero – la risposta di Giulivi – i suoi complimenti non potrei accettarli, così come non accetto quelli del sindaco di Montalto. Un sindaco dovrebbe essere apartitico in campagna elettorale, poi ognuno si prende le proprie responsabilità in base alle scelte e alle azioni che compie”.

Ma la cosa vale per tutte le forze politiche ora all’opposizione o solo per i rivali al ballottaggio? “L’opposizione è collaborativa solo se ci sono persone collaborative con l’amministrazione. – risponde – Ma, senza fare nomi, in consiglio ne vedo solo due, e sono Celli e Andreani (poi chiarisce che il discorso vale anche per Leoni, ndr). Chi fa inciuci prima del ballottaggio con personaggi scomodi non lo voglio nemmeno ascoltare. Con Celli e Leoni non condivido il credo politico, ma non per questo non si è collaborato, perché credono in questo paese. La loro amministrazione ha fatto errori, come ne ho fatti io con la mia, ma sempre con coerenza. A loro faccio tanto di cappello. Andreani, invece, è una brava persona; lo dico a voi come lo ho detto a lui: non fossi stato candidato, lo avrei votato. Sarebbe stato io mio primo voto ai 5 Stelle”.

Dopo la polemica accesa, si passa a parlare di sensazioni: quali quelle provate al ritorno nella stanza del sindaco? “Quelli vissuti qui sono stati cinque anni intensi ed importanti. Da una parte, è stata una sensazione di nostalgia tornarci, dall’altra mi pare di non essere mai andato via. Purtroppo non è stato così: ho trovato gli uffici in uno stato di totale abbandono. La prima cosa da fare, perciò, sarà risistemare gli uffici, anche internamente, valutare delle scelte sui capisettore, anche considerando i molti che andranno in pensione, e portare avanti concorsi per le nuove assunzioni, anche ricostruendo il corpo di Polizia locale. Poi, con la stagione balneare alle porte, dovremo fare di tutto per garantire almeno i servizi più importanti, perchè al turista importa poco se il sindaco sia insediato da un giorno o da un anno”.

Il discorso sull’organizzazione del tessuto degli uffici passa, poi, a quello sulla composizione della giunta. “Gli accorpamenti di settori avverranno man mano che i dirigenti andranno in pensione: non sarebbe giusto togliere gli incarichi a persone che svolgono quel ruolo da anni a pochi mesi dalla fine della loro attività lavorativa. – spiega Giulivi – Intanto domani firmo l’incarico ai capisettore sino al 31 agosto, poi via via ridurremo il numero sino a 7/8 al massimo, mentre oggi mi sembra siano 12. Per quel che riguarda la giunta, vediamo se nel tessuto cittadino ci sono professionisti tra cui trovare assessori esterni: non voglio il professore che viene da fuori e che ci mette tre anni per capire la realtà cittadina. Cerchiamo a Tarquinia figure valide, anche tra i consiglieri, e lasceremo ad esterni settori come ecologia, ambiente ecc: probabilmente già domani sceglieremo gli assessori e comunicheremo là deleghe. Molte le terrò io (tra queste per ora urbanistica e ambiente ndr), in attesa di trovare persone capaci di supportare questo territorio”.

Difficile farlo sbilanciare sui nomi. Di certo si lascia sfuggire che saranno in capo al già annunciato vicesindaco Luigi Serafini i Lavori pubblici e i rapporti con l’Unione Europea. “Tra Marzoli, Pacchelli e Tosoni? – dice in replica ai nomi apparsi oggi sui giornali- solo una delle tre”.

Poi si parla di turismo, commercio e parcheggi, ed è l’occasione per un altro affondo. “Il discorso parcheggi va integrato in quello del piano del centro storico, le aree di sosta sono parte essenziale del centro commerciale naturale. Il centro storica potrà essere chiuso solo una volta completato il piano dei parcheggi e le infrastrutture, ma prima dobbiamo creare le condizioni e le agevolazioni per rianimarlo. Partendo dalla rottamazione delle cartelle comunali per dare respiro ai cittadini. Poi dovremo riuscire a collaborare con i futuri commercianti, ma come noi in Comune dobbiamo cambiare marcia, devono farlo anche loro. Non è possibile amministrare con efficenza un paese in cui chiunque litiga fa un’associazione. Basta con dieci associazioni dei commercianti, trenta del Lido: perchè il sindaco è uno solo? Idem facciano le categorie: si mettano d’accordo e scelgano un rappresentante con cui si possa interloquire. Siamo pronti a trattare con tutte le persone di buona volontà: l’esempio positivo è quello di San Martino positivo. Mentre a mio avviso Arte e Storia va rifondata: il presidente non può far politica e rappresentare quell’istituzione. Mi sarei aspettato le dimissioni quando si è candidata e me le aspetto ora”.

Poi su Enel, autostrada, trasversale e Talete. “Abbiamo ottimi avvocati. – risponde deciso. – Ed i Primi passi li faremo con Enel, autostrade e Talete: questa città non sarà più terra di conquista. Quindici anni fa ero meno preparato, oggi molto di più. Il casello, ad esempio, secondo me va levato: non mi va giù che abbiano fatto un’autostrada sull’Aurelia. Discorso simile per la Trasversale: facciano il percorso viola, come vogliamo noi, ma il Mignone non si tocca”. Poi, su Talete, manifesta l’intenzione di chiedere al Governo di abolire la legge Galli e riportare la gestione delle acque ai comuni.

Infine, l’Università Agraria. “La mia squadra a settembre proporrà un referendum consultivo per chiuderla. – conclude – Per il bene dell’Agraria, dei cittadini e del patrimonio culturale, va accorpata al comune il prima possibile. Così come è non ha senso di esistere: la situazione è catastrofica, oggi il presidente la amministra al meglio ma senza risorse economiche. Se la consultazione andrà bene, chiederemo una legge per chiuderla e accorparla”. A questo link l’altra parte della conferenza stampa.