Istat, nel 2016 Italia meno indebitata. E cresce il potere d’acquisto delle famiglie

Riceviamo e pubblichiamo

I Conti delle Amministrazioni pubbliche (AP), delle Famiglie e delle Società, sono elaborati in milioni di euro a prezzi correnti e sono parte dei Conti trimestrali dei settori istituzionali. I dati relativi alle AP sono commentati in forma grezza, mentre quelli relativi alle Famiglie e alle Società in forma destagionalizzata.

Il conto trimestrale delle AP è coerente con la versione del conto annuale trasmessa a Eurostat il 31 marzo, nell’ambito della notifica in applicazione del Protocollo sulla Procedura per i Deficit Eccessivi. Tale versione (presentata nel Prospetto 3), include limitate revisioni rispetto ai dati diffusi lo scorso 1 marzo, dovute all’acquisizione di nuove informazioni resesi disponibili dopo la chiusura della prima stima.

Nel quarto trimestre del 2016 l’indebitamento netto delle AP in rapporto al Pil è stato pari al 2,3%, stabile rispetto allo stesso trimestre del 2015.

In termini di incidenza sul Pil il saldo primario delle AP (indebitamento al netto degli interessi passivi) è risultato invariato a +1,7%; l’attivo del saldo corrente si è fortemente ridotto, scendendo a +0,9% dal +2,5% di un anno prima.

La pressione fiscale è diminuita di 0,6 punti percentuali rispetto allo stesso trimestre del 2015, scendendo al 49,6%.

Il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è diminuito nel quarto trimestre del 2016 dello 0,6% rispetto al trimestre precedente, mentre i consumi sono cresciuti dello 0,5%. Di conseguenza, la propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è diminuita di 1,0 punti percentuali rispetto al trimestre precedente, scendendo all’8,0%.

A fronte di un aumento dello 0,2% del deflatore implicito dei consumi delle famiglie, il potere d’acquisto delle famiglie consumatrici è diminuito dello 0,9% rispetto al trimestre precedente.

La quota di profitto delle società non finanziarie, pari al 42,4%, è aumentata di 0,3 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. Il tasso di investimento è aumentato di 0,6 punti percentuali portandosi al 20,5%.

Amministrazioni pubbliche: indicatori in rapporto al Pil, saldi, uscite ed entrate

L’indebitamento netto delle AP in rapporto al Pil nel quarto trimestre del 2016 è stato pari al 2,3%, stabile rispetto al corrispondente trimestre del 2015 (Figura 1 e Prospetto 1). Complessivamente, nel 2016, si è registrato un indebitamento netto pari al 2,4% del Pil, in riduzione di 0,3 punti percentuali rispetto al 2015.

Il saldo primario (indebitamento/accreditamento al netto degli interessi passivi), nel quarto trimestre 2016, è risultato positivo per 7.312 milioni di euro (7.315 milioni di euro nel corrispondente trimestre del 2015). La relativa incidenza sul Pil è stata pari a 1,7%, invariata rispetto al quarto del 2015 . Nel 2016, in termini di incidenza sul Pil, il saldo primario è stato positivo e pari all’1,5% del Pil, invariato rispetto al 2015.

Il saldo corrente (risparmio) nel quarto trimestre del 2016 è risultato positivo per 3.915 milioni di euro (10.808 milioni nel corrispondente trimestre dell’anno precedente). L’incidenza sul Pil è stata dello 0,9%, a fronte del 2,5% nel quarto trimestre del 2015. Complessivamente, nel 2016 il saldo corrente in rapporto al Pil è stato positivo e pari allo 0,6% (1,1% nel 2015).

Le uscite totali nel quarto trimestre 2016 sono diminuite dello 0,9% rispetto al corrispondente trimestre del 2015. La loro incidenza sul Pil si è ridotta in termini tendenziali di 1,2 punti percentuali, scendendo al 56,0%. Nell’anno 2016 l’incidenza delle uscite totali sul Pil è stata pari al 49,6%, in riduzione di 0,9 punti percentuali rispetto al 2015.

Le uscite correnti hanno registrato, nel quarto trimestre 2016, un aumento tendenziale dello 2,4% risultante da una crescita dei redditi da lavoro dipendente (+0,9%), dei consumi intermedi (+2,5%), delle prestazioni sociali in denaro (+0,6%) e delle altre uscite correnti (+11,8%). Nel trimestre gli interessi passivi sono risultati stabili. Le uscite in conto capitale sono diminuite in termini tendenziali del 30,7%; in particolare, gli investimenti fissi lordi sono scesi del 5,7% e le altre uscite in conto capitale del 50,4% Su quest’ultima dinamica influisce, tra l’altro, il venir meno degli interventi connessi alla risoluzione della crisi delle quattro banche registrati nel quarto trimestre del 2015..

Le entrate totali nel quarto trimestre 2016 sono diminuite in termini tendenziali dello 0,9% e la loro incidenza sul Pil è stata del 53,7%, in diminuzione di 1,1 punti percentuali rispetto al corrispondente trimestre del 2015. Complessivamente nel 2016, l’incidenza delle entrate totali sul Pil è stata del 47,1%, inferiore di 0,7 punti percentuali rispetto al 2015. Le entrate correnti nel quarto trimestre 2016 sono diminuite in termini tendenziali dello 0,7%; in particolare, si sono registrati incrementi delle imposte dirette (+1,9%), dei contributi sociali (+0,4%) e delle altre entrate correnti (+0,6%) e una riduzione delle imposte indirette (-5,6%). Le entrate in conto capitale hanno segnato un calo del 16,7%.

La revisione del Conto delle Amministrazioni pubbliche

Come già accennato, i dati trimestrali diffusi in questa sede corrispondono alla nuova versione del Conto delle AP definito in occasione della trasmissione a Eurostat del 31 marzo. Rispetto a quello pubblicato lo scorso 1 marzo, il conto presenta alcune lievi revisioni per gli anni 2013-2016 dovute all’inclusione di nuove informazioni resesi disponibili dopo la chiusura delle prime stime. In conseguenza di tali revisioni l’indebitamento netto delle AP in rapporto al Pil non risulta modificato rispetto a quanto diffuso il 1 marzo scorso.

Famiglie consumatrici: reddito, potere di acquisto, risparmio e tasso di investimento

La propensione al risparmio delle famiglie consumatrici (definita dal rapporto tra risparmio lordo e reddito disponibile lordo) nel quarto trimestre ha registrato una flessione di 1,0 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 0,1 punti percentuali nei confronti dello stesso periodo del 2015, scendendo all’8,0%. La flessione congiunturale della propensione al risparmio è la risultante di una diminuzione dello 0,6% del reddito disponibile e di un aumento dello 0,5% della spesa per consumi finali.

A fronte di un incremento congiunturale dello 0,2% del deflatore implicito dei consumi delle famiglie, il potere d’acquisto è sceso dello 0,9%. In termini tendenziali, il reddito disponibile è aumentato dell’1,0% e il deflatore implicito dei consumi delle famiglie dello 0,2%, determinando una crescita del potere di acquisto dello 0,9%.

Nel 2016 il reddito disponibile è aumentato dell’1,6% e la spesa per consumi finali dell’1,3%, dando luogo a un aumento della propensione al risparmio di 0,2 punti percentuali rispetto al 2015. Il potere d’acquisto è aumentato dell’1,6%.

Nel quarto trimestre 2016, il tasso di investimento delle famiglie consumatrici (definito come rapporto tra investimenti fissi lordi delle famiglie consumatrici, che comprendono esclusivamente gli acquisti di abitazioni, e reddito disponibile lordo) è stato pari al 6,1%, invariato rispetto al trimestre precedente e in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto al corrispondente trimestre del 2015. Tale dinamica congiunturale riflette un aumento degli investimenti fissi lordi dello 0,8% ed una flessione del reddito disponibile lordo (-0,6%).

Nel 2016 il tasso di investimento delle famiglie consumatrici è stato pari al 6,1%, in aumento di 0,2 punti percentuali rispetto al 2015. Gli investimenti fissi lordi sono aumentati del 3,7%.

Società non finanziarie: quota di profitto e tasso di investimento

Nel quarto trimestre 2016, la quota di profitto delle società non finanziarie (definita come rapporto tra risultato lordo di gestione e valore aggiunto lordo a prezzi base) è stata pari al 42,4%, con un aumento di 0,3 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 1,1 punti rispetto allo stesso trimestre del 2015. In termini congiunturali, la risalita di tale quota è il risultato di una crescita del risultato lordo di gestione (+1,3%) più sostenuta rispetto a quella del valore aggiunto (+0,6%).

Nel 2016, la quota di profitto delle società non finanziarie è stata pari al 42,0%, in aumento di 0,9 punti percentuali rispetto al 2015. Il risultato lordo di gestione è aumentato del 5,2% e il valore aggiunto del 2,9%.

Il tasso di investimento delle società non finanziarie (definito come rapporto tra investimenti fissi lordi e valore aggiunto a prezzi base) nel quarto trimestre 2016 è risultato pari al 20,5%, in aumento di 0,6 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 1,2 punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2015. Gli investimenti fissi lordi delle società non finanziarie hanno segnato un aumento del 3,6% in termini congiunturali e dell’8,3% in termini tendenziali.

Nel 2016 il tasso di investimento delle società non finanziarie è stato pari al 19,7%, in aumento di 0,2 punti percentuali rispetto al 2015, a fronte di un aumento degli investimenti fissi lordi e del valore aggiunto rispettivamente del 4,1% e del 2,9%.