Italia Sovrana e Popolare su Talete: “Lo Stato che ha il dovere di regolamentare i prezzi dei servizi pubblici essenziali”

Riceviamo dal coordinamento Lazio Nord Italia Sovrana e Popolare e pubblichiamo

Proprio quando stanno esplodendo le conseguenze devastanti delle politiche di privatizzazione attraverso esponenziali rincari dei prezzi, ci sono amministratori della Tuscia che premono l’acceleratore per mettere sul mercato la nostra acqua.

Il consigliere Ricci (Pd) ci propone ACEA ATO 2 , il candidato dei 5 stelle Erbetti ci raccomanda di salvare Talete senza dire che il cambio dello Statuto porterà a cedere il 40% delle quote della società ai privati e il Presidente della Provincia Romoli (FI) ci propone l’ATO Unico Regionale funzionale ad unificare tutto il
territorio della Regione sotto il gestore unico che ha più utenze: ACEA. Tutti a perseguire lo stesso
obiettivo pur sapendo che sono proprio le speculazioni finanziarie, esacerbate dal conflitto russo ucraino, che stanno portando alla rovina imprese e famiglie.

La vicenda della gestione dell’acqua nel territorio viterbese ha contorni inquietanti. Talete Spa è stata creata sin dall’inizio con lo scopo di confluire il servizio idrico al privato e in tutti questi anni ha rappresentato un bacino clientelare per la politica locale e regionale. Oltre alle molteplici inefficienze del servizio ai cittadini non è mai stato affrontato con serietà il grave problema della potabilità dell’acqua nella Tuscia.

Ancora oggi, a distanza di 21 anni dal Decreto Leg.vo n. 31/2001, si registrano valori molto alti di arsenico nell’acqua tanto da far scattare la denuncia della Corte di giustizia Europea per i Comuni che superano i limiti di legge.

Nonostante ciò, anziché reperire i finanziamenti previsti dai competenti organi centrali e regionali , ci ripropongono la stessa ricetta che fa ricadere tutti i costi sulle bollette dei cittadini. Noi di Italia Sovrana e Popolare siamo per ribaltare questo modo di fare politica, è lo Stato che ha il dovere di regolamentare i prezzi dei servizi pubblici essenziali rendendoli accessibili a tutti e, come nel caso dell’acqua, facendo i dovuti investimenti per di garantirne la salubrità.

Non ci dicano che non esistono i fondi quando si investono miliardi per la spesa militare in Italia e quella è l’unica voce di bilancio che viene ogni anno incrementata. L’acqua è una bene essenziale alla vita, non deve essere subordinato alle leggi del mercato, tantopiù che oltre 26 milioni di italiani si sono espressi a favore della gestione pubblica nel Referendum del 2011.