“La politica rimanga fuori dalla cultura”

Riceviamo da Alessandro Tizi, Direttore Gruppo Archeologico Città di Tuscania, e pubblichiamo

Ho appreso nei giorni scorsi con grande sgomento del vergognoso attacco condotto nei confronti del prof. Christian Greco, Direttore del Museo Egizio di Torino, da parte di alcune forze politiche. Un attacco che non esito a definire vergognoso ed ignobile nei confronti di uno dei migliori archeologi italiani. La sua esperienza sul campo della ricerca archeologica è ampiamente riconosciuta a livello internazionale, tanto solida da essergli valsa la direzione di una campagna di scavo in uno dei siti più importanti della civiltà egiziana: Saqqara. Per quel che riguarda, invece, la gestione del più grande e prestigioso museo egizio al mondo dopo quello de Il Cairo, non ci sono dubbi: numeri e qualità dell’esposizione tracciano un quadro che non può essere smentito. Il prof. Greco è un vanto dell’archeologia italiana nel mondo, un simbolo di quella diplomazia culturale che ha fatto grande il nostro Paese. La sua figura non merita di essere colpita in un modo così barbaro da parte di una politica che non solo esprime un’unica velleità, quella di portare a compimento un altro atto di quel processo di spoil system che sta conducendo in ogni angolo d’Italia e non solo nel settore dei beni culturali, ma che ha rappresentato negli anni motivo di detrimento per la capacità di tutela, di gestione ottimale e di valorizzazione del patrimonio culturale italiano.

Esprimo, per questo, sentimenti di profonda stima nei confronti del prof. Greco, che ho avuto l’onore di ospitare, sebbene solo virtualmente, a Tuscania e di intervistare nel 2021 nell’ambito della manifestazione “Archeo Restart”, promossa dal Gruppo Archeologico Città di Tuscania, di cui sono Direttore. Un incontro poi replicato di persona al Salone Internazionale del Libro di Torino nel 2022. Momenti che né io né i soci dell’associazione dimenticheranno mai. La sua forza espressiva, la sua capacità, la sua lungimiranza scevra di secondi fini mi ha fin da subito colpito, dimostrando una sensibilità unica per i temi che abbiamo affrontato e che sono parte di quel sentimento di inclusione e di democrazia culturale che costituiscono il fondamento da sempre del suo operato. Una capacità di accogliere ed includere che hanno reso, grazie anche alla sua equipe di lavoro, il Museo Egizio di Torino un modello da difendere e da preservare.

Non mi posso, quindi, esimere dall’esprimere la mia più ampia e totale vicinanza al prof. Greco, unendomi alle migliaia di persone che lo hanno già fatto pubblicamente, in quanto la sua persona rappresenta quanto di meglio può e sa esprimere l’archeologia italiana contemporanea. Condanno con forza questo rude attacco politico, di una politica infima e credo che sia necessario stigmatizzarne la violenza verbale e la crudezza, nei confronti di un grande archeologo e di un grande uomo. Spero vivamente che la Fondazione sappia assumere le sue decisioni con saggezza, imparzialità e spirito di indipendenza. La politica rimanga fuori dalla cultura.