“La Tuscia non ha numeri da zona rossa”: Arena e Giulivi scrivono a Zingaretti

“Certi di un suo cortese ed immediato interessamento in merito, da condividere con tutti gli organismi preposti a questo tipo di decisione, attendiamo da Lei un segnale chiaro nei confronti della provincia di Viterbo”: si chiude la lettera che i sindaci di Viterbo e Tarquinia, Giovanni Arena e Alessandro Giulivi, hanno indirizzato al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, per chiedere di rivalutare gli indici e i valori della Provincia di Viterbo.

“Nei giorni scorsi, – recita il testo – a seguito dell’incremento di casi di positività nella nostra regione, abbiamo purtroppo dovuto constatare l’ingresso, a partire dalla giornata di lunedì 15 marzo nella zona rossa con tutte le conseguenti restrizioni in ambito sociale ed economico. Pur essendoci ben chiare le motivazioni di questa sofferta scelta, basata su dati scientifici che non vogliamo certo mettere in discussione, vorremmo invitarLa ad una riflessione che ci sentiamo di fare proprio sulla base di quegli stessi dati che, grazie al lavoro di tutti gli amministratori locali, al controllo messo in atto dalle forze dell’ordine ad un altrettanto lodevole atteggiamento dei nostri concittadini, hanno visto l’indice del contagio della nostra provincia sensibilmente inferiore rispetto a quello delle altre province del Lazio”.

“Non essendo assolutamente nostra intenzione fare demagogia e facile populismo su questi dati – continuano i due sindaci – e tanto meno mettere a rischio la salute pubblica consapevoli che le nuove varianti del virus potrebbero compromettere in pochi giorni il lavoro di prevenzione fatto finora, riteniamo però che, così come sono state zone di restrizione per i territori più colpiti dal virus nelle settimane scorse, allo stesso modo potrebbero essere previste aree con maggiori concessioni dal punto di vista sociale e commerciale per quei territori in cui l’indice di contagio non ha ancora raggiunto i parametri necessari per l’ingresso della zona rossa. Pensiamo alla possibilità di tenere aperte le scuole dell’obbligo e le scuole materne, oltre che dare la possibilità ad alcune attività economiche di poter lavorare così come hanno fatto, in piena sicurezza, nelle ultime settimane”.