Le letterine a Babbo Natale delle ginnaste di Arteritmica: “Fai finire il coronavirus così torniamo in palestra”

Riceviamo e pubblichiamo, sotto forma di testi e immagini, alcune letterine per Babbo Natale scritte dalle bambine di Arteritmica Tarquinia e una, invece, a firma di un’istruttrice.

Caro Babbo Natale,
ti scrivo in momento storico minato da una pandemia e dall’incertezza del futuro. E’ un momento in cui tutto è fermo e questo scatena in me tutta una serie di riflessioni sulla vita e principalmente sul lavoro.

Il mio lavoro verte sul contatto umano, entrando in palestra ogni giorno sono consapevole che troverò bambine e ragazze ad aspettarmi, desiderose di imparare e praticare lo sport che amano.

Le vedo arrivare a 4 anni e andare via solo quando la vita le porta lontane per studio o lavoro. Le vedo crescere, le vedo piangere, le vedo sorridere. Le sento un po’ anche figlie mie. Molte di loro intraprendono carriere brillanti, lavorano all’estero, ma rimangono comunque affezionate alla nostra grande famiglia. Alcune lasciano un po’ prima, ma poi ritornano. Altre apprezzano quello che lo sport insegna e ne fanno tesoro per la loro vita.

Cerchiamo di educarle al rispetto degli altri, alla collaborazione, insegniamo loro ad affrontare le sfide con coraggio e senza arrendersi. Infondiamo l’idea di avere un traguardo da raggiungere, non solo nello sport, ma sempre. Cerchiamo di far capire che non si può avere tutto e subito, ma la strada a volte è lunga e fatta di piccoli passi. Che da sole è difficile, ma tutte insieme è sicuramente più semplice.

Tutto questo, le nostre ragazze lo apprezzano. Mi sono resa conto che al di là del gesto tecnico c’è un gesto d’amore. Amore ricambiato, reciproco e sincero. Amore per la grande famiglia che è l’Arteritmica, dove nessuno viene lasciato indietro o lasciato solo.

Lo sport ha questo potere e in un momento così meriterebbe molto di più. Allora, caro Babbo Natale, io quest’anno ti chiedo di avere un pensiero per queste ragazze, affinché possano riprendere a fare quello che più desiderano. Affinché possano sentirsi di nuovo a casa, al sicuro, in ambiente confortevole e familiare. Non ti chiedo una palestra, perché sarebbe troppo. Ma chiedo di aprire gli occhi a chi li tiene chiusi per non vedere una realtà che ha molto da dare ai giovani.

Chiedo di avere il giusto supporto da parte di chi potrebbe fare molto e invece si taglia le mani pur di non fare niente. Chiedo di infondere anche a queste persone un po’ di amore, come quello che riceviamo noi ogni giorno dalle nostre ragazze e bambine, perché forse capirebbero che il dispetto non lo stanno facendo a noi, ma a loro, che pagano le conseguenze di scelte fatte senza…amore.

P.s. ti prometto che quest’anno troverai più biscotti vicino all’albero! Laura