Lettere al Direttore: “A proposito di tasse e addizionali regionali per la Sanità”

Egregio direttore (caro Stefano),

Avevo ormai accettato l’idea che il mio “sfogo” sulla situazione degli ambulatori pediatrici della ASL fosse stato messo nel cassetto (cestino informatico) per la mancata esibizione delle “prove” fotografiche riferite allo stato di degrado degli ambulatori pediatrici posti in via Benedetto Croce. Mio malgrado, oggi, ho dovuto ripetere l’ormai tradizionale ruolo di nonno, avendo accompagnato un’altra mia nipotina ad una visita di controllo, e nell’attesa ho dovuto inevitabilmente rivedere lo stato di degrado degli ambienti che ospitano gli ambulatori e la sala d’attesa. E questa volta li ho fotografati.

Rifacendomi a quanto avevo avuto modo di scrivere, vorrei ricordare a quelli che non hanno avuto occasione di praticare quei luoghi, che alcuni degli ambulatori pubblici dell’Azienda Sanitaria di Viterbo, sono ubicati in uno stabile nato come albergo ed ora ospitante, in parte, gli uffici e gli ambulatori della ASL VT-2. In particolare mi riferisco, come sopra accennato, a quello pediatrico che si trova al piano terreno dello stabile ed è composto da due ambienti ad uso ambulatorio ed un piccolo corridoio che funge da sala di attesa. I due ambulatori misurano approssimativamente (e per eccesso) non più di otto/dieci metri quadrati ed hanno ciascuno una luce (finestra posta a circa due metri dal pavimento) di non più di ½ mq. di superficie.

Il corridoio invece è completamente buio ed illuminato artificialmente. E dato che assolve alla funzione di sala d’attesa, all’interno ci sono normalmente 6-7 seggiole di metallo con seduta in stoffa scura (tinta unita) di uno sporco che risulterebbe indecoroso, se non addirittura igienicamente indecente, anche all’interno di un “postribolo”. Per non parlare poi dell’inadeguatezza dei due ambulatori. Ciò che mi stupisce positivamente in tutto ciò é il senso del dovere e l’amore verso i bambini dei medici che operano all’interno di detti locali.

A fronte di quanto ho avuto modo di costatare personalmente mi vengono spontanee alcune domande:

  1. I funzionari preposti all’igiene ed alla salute pubblica che pure convivono in quella struttura, hanno mai visitato quei locali?
  2. Qualcuno dei nostri amministratori ha mai utilizzato per i suoi famigliari quei locali? E se si, li ritiene igienicamente idonei?
  3. Tutta quella parte dell’ospedale civile di Tarquinia costituita da innumerevoli locali ormai vuoti non potrebbe ospitare – anche se provvisoriamente – gli ambulatori e gli uffici attualmente dislocati in via Benedetto Croce determinando, tra l’altro, un enorme risparmio economico per le casse dell’azienda e quindi del cittadino? Non mi sembra che la situazione economica in cui versa la sanità in generale e quella laziale in particolare permetta simili sprechi di denaro pubblico. Così come non mi sembra la situazione riscontrata degna di un paese che si dice civile e sviluppato.

A puro titolo di informazione vorrei ricordare che quei due locali vengono utilizzati da centinaia di neonati e bambini nella primissima infanzia che si avvalgono di quella struttura pubblica per le visite mensili di routine e comunque con presenze giornaliere di decine di pazienti durante tutto l’arco della settimana. E permettetemi una battuta cattiva verso i politici. A fronte delle tante donazioni di apparecchiature sanitarie a destra e a manca, con tanto di proclami pubblici, perché non intervenire concretamente per risolvere anche questa situazione che oltre ad essere insostenibile risulta a mio avviso ai limiti della legalità?

Lettera firmata