Lettere al Direttore: “Alcune precisazioni sulla storia della Farmacia del Corso”

Riceviamo da Marina e Guido Zappalà, figli della dott.sa Olga Vernier, e pubblichiamo

Buongiorno,
vi scriviamo in merito all’intervista al Dott. Virginio De Angelis pubblicata sul vostro sito in data 5 Gennaio 2023.

I propositi espressi nella conclusione dell’intervista, in cui si auspica l’istituzione di una “sorta di patrimonio cittadino” che tuteli l’eredità culturale e storica della città, non trovano purtroppo riscontro coerente con la ricostruzione fatta dal Dott. De Angelis in merito alla propria carriera professionale nel contesto della farmacia sita su Via Del Corso Vittorio Emanuele al n. 37. Riteniamo quindi necessario fare alcune precisazioni.

La farmacia fu acquistata alla fine del 1930 dai nostri nonni, i dottori Mario Vernier e Laura Paci, che si trasferirono a Tarquinia dall’Istria in seguito alla crisi economica del 1929 che aveva fatto perdere a mio nonno il lavoro e alla coppia i propri risparmi depositati in una banca che fallì. Infatti, l’acquisto fu finanziato da una coppia di zii di nostra nonna che risiedevano a Roma dove erano proprietari, a loro volta, di una farmacia.

Fino alla fine degli anni ’50 la farmacia è stata condotta dai soli nonni che si guadagnarono la fiducia e un grande rispetto da parte della popolazione tarquiniese come è verificabile dalle parole di persone che ancora li ricordano. La farmacia era allora conosciuta come la “Farmacia Vernier”. Successivamente, la conduzione fu affidata ad alcuni farmacisti stipendiati poiché i problemi di salute sopraggiunti non consentivano più ai nonni di lavorarci.

Nel 1969, nostra nonna venne a mancare e proprietà e titolarità all’esercizio della farmacia passarono a nostra madre, la dr.ssa Olga Vernier, che le assunse trasferendosi a Tarquinia da Milano. Nel 1974, anno in cui il Dott. De Angelis cominciò a collaborare con nostra madre, titolare e proprietaria della farmacia era dunque la dr.ssa Olga Vernier, e non il Dott. Giuseppe Spurio, menzionato nell’articolo, che ricopriva
il ruolo di direttore della farmacia ma non “aveva” la farmacia, come affermato, e non poteva quindi disporre in modo autonomo dell’ingresso di nuovo personale. Fu quindi nostra madre che, nel momento in cui il Dott. Spurio decise di trasferirsi altrove, offrì al dott. De Angelis (e, nell’anno seguente, 1975, al
dott. Alberto Breccia) l’opportunità di una collaborazione alle attività dell’impresa farmaceutica.

La proprietà e la titolarità della farmacia sono in seguito rimaste esclusivamente in capo a nostra madre fino al tutto il 1992, anno in cui il rapporto di collaborazione iniziale tra nostra madre e il dott. De Angelis e il Dott. Breccia fu trasformato in una Società in cui la dott.ssa Vernier contribuì la proprietà della farmacia. Nell’atto costitutivo, la società veniva ancora denominata come “Farmacia del Corso della dott.ssa Olga Vernier & C”, denominazione che ha mantenuto fino alla fine del 2011, anno in cui nostra
madre si è ritirata dal lavoro cedendo la propria quota di proprietà al Dott. De Angelis che è divenuto unico proprietario.

Alla luce di quanto sopra, è dunque evidente che i contenuti dell’intervista rilasciata dal dott. De Angelis risultano gravemente carenti, in quanto riportano in maniera inaccurata la situazione proprietaria dell’impresa e in modo a dir poco parziale ruoli, responsabilità e meriti di chi ha effettivamente contribuito al successo della farmacia del Corso. E questo, segnatamente, con riferimento sia al ruolo del dott. Breccia, che vi ha lavorato per tanti anni, e più ancora al ruolo fondamentale (se non preminente) avuto da nostra madre nel promuovere e mantenere nel corso di più di 50 anni di attività il buon nome e l’immagine della farmacia ereditata dai genitori che, come ricordato, ha mantenuto il nome Vernier fino al 2012.

Come prima i nostri nonni, nostra madre ha profuso grandi energie e contribuito in maniera determinante, con professionalità e spirito di servizio, al successo dell’impresa, facendosi benvolere e stimare dalla popolazione e dal personale, sia in paese che nel dispensario farmaceutico al lido di Tarquinia. In questo senso, non mancano in paese testimonianze facilmente accessibili che possono confermare quanto qui affermato. La preventiva consultazione di queste fonti avrebbe consentito, a chi ha gestito l’intervista al dr. De Angelis per il vostro giornale, di integrare la rappresentazione dei fatti fatta da quest’ultimo, onorando in questo modo sia la memoria di nostra madre, deceduta nel corso del 2021, sia la “missione” da voi auspicata di promuovere l’istituzione di un patrimonio cittadino che tuteli l’eredità culturale e storica della città, come richiamato all’inizio di questa lettera. Questo non è purtroppo avvenuto, e ci dispiace.

Nostra madre ha sempre riconosciuto il valore professionale e il contributo del Dott. De Angelis, e la ragione per cui il dottore abbia ritenuto di passare sotto silenzio la storica collaborazione intrattenuta con la famiglia Vernier, ed il suo ingresso in farmacia grazie a nostra madre, ci rimane oscura ed
incomprensibile. Ma al di là di questo aspetto, pensiamo sia doveroso da parte del vostro giornale pubblicare questa lettera al fine di correggere una riscrittura chiaramente inaccurata e parziale dei fatti, e restituire così ricordo e rispetto a figure di primo piano che hanno contribuito a fare un pezzetto della storia di questo bellissimo paese che è Tarquinia.