Lettere al Direttore: “L’ordinanza sulla ZTL si dimentica della privacy?”

Riceviamo da Isabella Alessandrucci e pubblichiamo

Caro Direttore,
la ringrazio dello spazio che vorrà dedicarmi nella pubblicazione di queste mie semplici osservazioni rese in qualità di cittadina in relazione all’ordinanza del Comandante di Polizia Locale n. 66 del 13.6.2020 recante la nuova normativa della zona a traffico limitato (ZTL) e all’annesso disciplinare.

Fra le tante criticità riscontrate, rilevo, in particolare per specifica preparazione professionale, quella concernente l’onere, posto in capo all’esercente l’attività commerciale, della comunicazione della targa del proprio cliente non residente al Corpo di Polizia Locale per attestarne l’implicita autorizzazione alla circolazione, nelle aree consentite, all’interno della zona ZTL.

La targa è un dato personale al pari del nome e cognome. Il legislatore, sia europeo che nazionale, si è preoccupato di proteggere tutti i dati personali da chiunque trattati nell’esercizio della propria attività di impresa, sanzionando, ogni inosservanza, con invalidanti sanzioni amministrative e penali. In considerazione di ciò le mie perplessità emergono sia lato cliente non residente che dal punto di vista del proprietario dell’attività commerciale. Difatti, qualora l’attestazione da comunicare sia inserita nello scontrino, il Corpo di Polizia Locale verrebbe a conoscenza di informazioni ulteriori e non necessarie per l’eventuale annullamento della sanzione amministrativa nonché strettamente riservate quali i consumi, le abitudini, le frequentazioni e preferenze, i movimenti del fruitore del bar, del ristorante, della pizzeria. Tutte informazioni che potrebbero essere eccessive rispetto alla finalità, in ottica di giusto bilanciamento degli interessi coinvolti.

A tal proposito sarebbe opportuno conoscere le eventuali osservazioni svolte dal DPO di codesto Comune. Le mie considerazioni sono ancora più severe ponendomi a tutela dell’interesse dell’esercente l’attività commerciale nel centro storico che, nel suo ordinario rapporto con il cliente, non è tenuto a trattare i suoi dati personali. Invece, con l’indicazione dei numeri di targa, egli si troverebbe ad assumere la titolarità dei trattamenti di quei dati personali. In quanto tale egli dovrà assumere la responsabilità dei gravosi oneri che la normativa vigente gli incombe dovendo strutturare la propria attività, sia a livello organizzativo che tecnologico, per proteggere tali dati personali e a garantire l’esercizio dei diritti che su di essi i propri clienti vantano, quali ad esempio, il diritto di accesso, di cancellazione, di reclamo al Garante. Il tutto “condito” con importati esposizioni lato sanzionatorio, penale ed amministrativo, in caso di inosservanza.

Sommessamente, quindi, un consiglio agli amici esercenti: iniziate a mettervi a norma con una specifica informativa al cliente recante tutte le indicazioni necessarie sul trattamento dei dati personali, alias targa.

Isabella Alessandrucci