L’Università Agraria fuori dai radar: dopo Blasi e il Commissario, quando si tornerà a votare?

(s.t.) Era il 26 agosto 2016, esattamente 370 giorni fa: confermando di fronte al consiglio le dimissioni presentate una manciata di giorni prima, Alberto Blasi cessava di essere il presidente dell’Università Agraria di Tarquinia aprendo una sede vacante che, a tutt’oggi, non pare vedere termine.

Il 20 gennaio scorso, con decreto del Presidente, la Regione Lazio ha infatti provveduto alla nomina del commissario straordinario dell’Università Agraria di Tarquinia, nella persona di Mario Venanzi, il cui incarico ha, in base al decreto, una scadenza precisa: il 31 dicembre 2017.

Poi Tarquinia si è immersa nel turbinio delle elezioni amministrative, di una campagna elettorale durissima e di un responso dalle urne giunto molto in là durante l’estate, con l’amministrazione targata Mencarini insediatasi solo a metà luglio: tra vacanze, DiVino Etrusco e biometano, oggi,  svegliandosi con la pioggia e girando il calendario sul mese di settembre, ci si rende conto che dell’Agraria paiono essersi scordati tutti.

Lontani i tempi della gestione Antonelli, con l’Ente sulle pagine dei giornali un giorno sì e l’altro pure; lontani anche quelli, più recenti, delle guerre intestine all’interno della maggioranza, con via Garibaldi crocevia per le future scelte comunali: l’ultimo comunicato stampa relativo all’Agraria è datato 26 gennaio 2017, da allora un silenzio che, oggi, rende difficile capire le posizioni politiche in merito.

Burocraticamente, dal giorno dell’eventuale indizione, passeranno 45 giorni prima del voto: per votare entro novembre, quindi, la data deve esser fissata non oltre metà ottobre. Ma nessuno degli schieramenti pare, oggi, pensare ad una scadenza simile preparando idee, programmi e nomi. Il centrosinistra, reduce dalla débacle di giugno, vorrebbe probabilmente evitare di tornare alle urne con i cocci ancora a terra, anche se Renzo Bonelli pare interessato alle sorti dell’Ente, dopo l’occasione persa al precedente turno elettorale. Ma nel PD brucia ancora la cenere delle recenti conseguenze elettorali, e capire quali dinamiche porterebbero alle scelte è praticamente impossibile.

Nel centrodestra, sin da prima della campagna elettorale comunale si faceva il nome di Bebo Tosoni, già consigliere dell’Ente ed in quota Rinnova. Ma la posizione già preminente del gruppo in comune potrebbe far ambire anche le altre forze di coalizione, Idea e Sviluppo in particolare, alla candidatura alla presidenza. In tutto questo, Moscherini, in conferenza stampa, attacca ancora sulla contemporanea carica di Venanzi all’Agraria come commissario e della moglie come segretaria comunale, dichiarandosi pronto ad elaborare programmi per concorrere e cambiare volto alla gestione dell’Ente; Bacciardi ed i MoRi stanno alla finestra ed il Movimento 5 Stelle potrebbe bissare la scelta del 2015 – non partecipando – oppure provare a farlo per portare avanti “dall’interno” l’eliminazione dell’Ente da far assorbire al Comune.

Sopra ogni riflessione, poi, un nodo: quello dello statuto, che da alcuni fu “accusato” d’essere il responsabile dello stallo politico e che si diceva il commissario fosse pronto a modificare. Ma sulla questione, già ieri in conferenza stampa, Moscherini si è dimostrato battagliero. Il 31 dicembre è vicino, però, e in qualche maniera d’ora in poi di Università Agraria si dovrà parlare per forza: ma c’è già chi è pronto a scommettere che alle urne, i tarquiniesi, non ci torneranno prima dell’autunno 2018.