Mazzola, Giulivi e la quadratura del cerchio

di Marco Vallesi

C’è chi ha gridato allo scandalo per le tenere, solidali e ricambiate attenzioni che l’ex-sindaco Alessandro Giulivi ha dedicato, tramite  un paio d’interviste pubblicate dal “Corriere di Viterbo”,  al suo successore Mauro Mazzola.

E c’è anche chi, non essendosi ancora accorto di ciò che era accaduto per le elezioni al Consorzio di Bonifica e, successivamente e rispettivamente, agli ultimi consigli dell’Agraria e del Comune, domenica mattina si è svegliato col botto leggendo nella cronaca locale del “Nuovo corriere Viterbese” della cena a cui, stando all’articolista, avrebbero partecipato il sindaco Mazzola, Marco Fiaccadori (consigliere di minoranza  PdL sia all’Agraria che in Comune;  n.d.r.) e Francesco Battistoni (consigliere regionale PdL;  n.d.r.).

Più d’un fideista elettore del PD si sarà messo le mani nei capelli e avrà pure cercato una qualche plausibile giustificazione per cotanta vicinanza al fine di trovare un qualche appiglio, un argomento per ribattere alle accuse d’inciucismo per le quali, inevitabilmente, verrà sbeffeggiato da qualche irriverente e anarchico buontempone giù al bar.

Tuttavia, se la memoria prima e l’onestà intellettuale poi, non fossero in difetto nelle menti dei più accaniti sostenitori della politica mazzoliana – alla luce delle attuali e affettuose fiammelle d’amore tra i presunti avversari – ebbene, questi dovrebbero ben ricordarsi i primi giorni dell’insediamento di quella variegata maggioranza (allora era:  DS-Margherita-Lista del sindaco-PRI) e, in particolar modo, il secondo Consiglio comunale (il primo si tenne, come da prassi, per la ratifica degli eletti).

Ma perché, i signori sostenitori di questa maggioranza – o di quella che sembra volersi aggregare in fine di consigliatura –,  dovrebbero ricordarsi di quel lontano giorno di fine Luglio 2007 per trovare la chiave del codice con cui interpretare ciò che accade oggi?

Semplice:  perché fu il giorno dove si manifestò, immediatamente e clamorosamente, la continuità con le mire urbanistiche, ma anche un certo modo di procedere, della precedente giunta Giulivi.

Quell’assise, infatti, per esplicita volontà del sindaco Mazzola, doveva arrivare all’approvazione definitiva di due convenzioni in bozza, già elaborate, sostenute e visionate dalla compagine giuliviana, che avrebbero complessivamente autorizzato la lottizzazione di circa quaranta (40) ettari di terreno in località S. Giorgio.

Ricordiamo i consiglieri di maggioranza seduti, nella tarda mattinata di quel giorno di Luglio, sulle panchine situate in piazza Matteotti a leggere in fretta e furia i documenti che avrebbero dovuto approvare nel pomeriggio di quello stesso giorno, poiché, la documentazione e la notizia della lottizzazione, pervennero loro poche ore prima del Consiglio che era stato convocato per le ore 18.00 dello stesso giorno.

Ricordiamo anche la straordinaria performance dell’allora presidente del Consiglio, geom. Giovanni Guarisco, il quale, previa furibonda invettiva esternata per circa un’ora in una stanza “blindata” ma, non insonorizzata, appellandosi alla sua “usurpata” autorità – in merito alla prerogativa del presidente di predisporre l’Ordine del Giorno per la convocazione e la seduta del Consiglio – ebbe la geniale idea di prolungarsi in un’estenuante e vario elenco di comunicazioni (qui la cronaca del tempo) sino al punto in cui, alla fine, ottenne l’aggiornamento del Consiglio comunale per la deliberazione in questione, sulla quale, di fatto, sino ad oggi “quella maggioranza” non è più ritornata.

Ma, Guarisco, non si fermò lì.

Da lì a pochi giorni dopo, bozze di convenzione alla mano, apportò alle stesse una sfilza di onerosi e stringenti emendamenti che modificarono notevolmente l’assetto originario degli schemi, a parer del “geometra d’assalto”,  poco “garantisti”, per il Comune e le sue finanze.

Le bozze così emendate, evidentemente, sembrerebbero non esser state gradite né dal sindaco Mazzola, né dalla proponente società dei lottisti e il tutto, un affare di diverse centinaia di milioni di euro, venne, almeno per quanto pubblicamente se ne può sapere, archiviato.

Comunque, nessuno spiegò mai perché quel progetto, fortemente sostenuto dall’amministrazione Giulivi, fu precipitosamente portato all’attenzione del primo Consiglio comunale utile proprio da Mauro Mazzola.

Gli altri eventi, quelli che si sono sin qui succeduti, anche quelli tra i più recenti, non sono altro che i “figli” di questa prima rottura che ha determinato, all’indomani di una esigua vittoria elettorale assegnabile ad un singolo, medio condominio della nostra città,  un cambio di fronte repentino quanto umorale e uno squilibrio politico tra gli stessi soggetti che, di quella risicata vittoria, sono stati protagonisti.

Perciò, se si vogliono cercare le radici dei dissapori che hanno caratterizzato sin dall’inizio i rapporti tra Mazzola e Guarisco e le origini della “nuova vicinanza” incassata dal primo cittadino da parte del suo predecessore e , giù giù a scendere sino a quelle considerate, attualmente – ma solo in apparenza – contraddizioni, ivi comprese quelle relative alla inusitata neo-alleanza con pezzi del PdL, gli sconcertati e potenziali elettori del PD, dovrebbero togliere un po’ di ruggine dai meccanismi della memoria e ritornare con oggettiva lucidità ai fatti e ai retroscena che hanno caratterizzato, sempre, l’azione amministrativa di Mazzola & C.

Nessuna novità quindi se, a breve, avremo un assessore (magari un vice-sindaco?) in quota PdL: è già successo con un ex-avversario in quota UDC .

Hai visto mai, che, nonostante le defezioni, gli scacci, le percosse e l’incombente crisi e quant’altro possa ancora assottigliare lo spazio di manovra dell’attuale maggioranza, il primo e litigioso cittadino, girando e rigirando in tondo e ripartendo esattamente dal suo ex-collega, non riesca, con uno slancio d’altruismo e di riconoscenza, a far quadrare il suo bilancio politico? Magari rispolverando a fine mandato e prima delle stesura definitiva di quell’agognato nuovo Piano Regolatore, a suggello di alleanze d’interessi e rinnovate amicizie, la lottizzazione di S Giorgio?