Montalto, dura replica dell’assessore Atti all’ex sindaco Caci: “Sul Biodistretto mistifica i fatti strumentalizzando informazioni”

Riceviamo dall’Assessore alle Attività Produttive e Agricoltura del Comune di Montalto di Castro, Simona Atti, e pubblichiamo

Leggo con rammarico, anche se non mi sorprende, il comunicato stampa sulla nascita del “Biodistretto Colli Etruschi” dell’ex sindaco del nostro Comune che – come se non bastassero i segni evidenti di quello che ha lasciato al nostro territorio e la sua storia giudiziaria – non ha altre mire che distruggere tutto e tutti, come sempre, nel proprio misero interesse politico e per un po’ di visibilità.

Lo fa mistificando i fatti, strumentalizzando informazioni, utilizzando la sua nota dote di affabulatore, insultando e creando scompiglio tra i cittadini e le amministrazioni, tra le imprese e il Comune, contribuendo solo ad allontanare tutti dalla cosa pubblica, denigrandola e tentando di minare collaborazioni vitali per l’interesse del nostro paese, come nel caso del Bio-distretto. Invoca le nostre dimissioni l’ex Sindaco che non ha “ceduto” neanche di fronte alla Legge Severino.

Con la calma che mi contraddistingue rispondo che non mi servono lezioni magistrali, scopiazzate qua e là, sull’importanza e il valore dei Bio-distretti, che rappresentano per le imprese agricole, per tutta la filiera del cibo e per l’ambiente un potente strumento di attrazione di fondi, progettualità, investimenti e miglioramento della qualità della vita per i territori che li attuano.

A differenza sua, infatti, che con troppa superficialità, con le elezioni alle porte, ha aderito al comitato promotore senza prevedere gli oneri necessari a carico del Comune affinché il progetto si attuasse, ho puntualmente previsto la spesa di 6.500 euro necessaria alla costituzione del soggetto gestore, approvandola nel bilancio 2023/2025.

Al contrario dell’ex sindaco – dal mio insediamento – con il mio “immobilismo” ho partecipato al tavolo tecnico in Regione, ho organizzato e partecipato a riunioni con i componenti del comitato e con il Comune di Tuscania abbiamo esaminato e condiviso il progetto trovando insieme la forma giuridica più adeguata e snella alla sua costituzione definitiva. Sono stati i Sindaci dei Comuni di Montalto e Tuscania – e non i progettisti – ad aver chiesto, nell’interesse della collettività, una proroga alla Regione ed è a questi ultimi che è stata accordata, ad esempio. È stato il mio Assessorato a predisporre l’invito ad aderire al Bio-distretto, poi inviato a tutte le aziende.

Mi sorprende che a distanza di poco più di un anno l’ex sindaco abbia dimenticato le competenze dell’ente e della politica rispetto all’adesione di un Ente Pubblico ad una Associazione e la butti in caciara riducendo un procedimento amministrativo, fatto anche di verifiche e di ratifiche da parte degli organi preposti, rimandando a “un tecnicismo”. Rabbrividisco nel leggere che una persona cha ha rivestito quel ruolo istituzionale usi il sostantivo “brevità” in certi contesti e indichi la strada del notaio al quale versare la “modica” cifra di 6.000 euro, come se non fossero soldi pubblici e non fossimo tenuti ad averne cura, tutelandoli e condividendo la scelta dell’impegno e dell’investimento con il Consiglio Comunale. Questa è probabilmente la modalità con cui lui ha amministrato, non certo la nostra.

È ovvio che Caci abbia intenzionalmente omesso il racconto reale di come siano andate le cose, che ben conosce visti i frammenti di particolari citati riguardo all’intera vicenda. Ha infatti mancato di dire che al momento dell’inserimento delle imprese nell’atto costitutivo, sono passate dalle 140 aderenti al comitato promotore, che lui stesso cita, a sei, di cui due non iscritte nell’Elenco degli Operatori Biologici Italiani, quando il regolamento regionale ne richiede almeno cinque che rispondano a questo requisito.

Mi perdonerà, Caci, se con senso di responsabilità, che lui certo definirà eccesso di zelo, ho ritenuto necessario approfondire la questione, a tutela del progetto, del Comune e dei soldi dei cittadini che andavamo ad investire.

Mi perdonerà anche se chiarisco che, smentendolo, grazie ad un intervento della Direzione Regionale Agricoltura, è emerso che l’esigenza ritenuta collegialmente indispensabile (da Agri Viterbo, imprese, progettisti, ecc) di iscrivere il Bio-distretto al RUNTS (Registro Unico Nazionale Terzo Settore) precludeva la presenza di Enti Pubblici nel soggetto gestore ed è unicamente per questo che la proposta di Delibera di Consiglio Comunale non è più stata discussa. È esclusivamente per una esigenza del Bio-distretto che il nostro Comune, come quello di Tuscania, non fanno, quindi, parte del soggetto gestore. Il resto sono chiacchiere da bar.

Sono felice, invece, di approfittare della mia risposta al suo comunicato, che appare più come uno sfogo compulsivo e rancoroso, per anticipare alla cittadinanza che il 5 luglio – dopo la costituzione del bio-distretto – ho avuto con il Sindaco e gli uffici comunali un incontro con il neo Presidente Giulio Peruzzi. In quel contesto abbiamo ribadito il supporto della nostra Amministrazione, la condivisione degli obiettivi, ipotizzando anche convenzionamenti futuri, e iniziato a vedere insieme anche la realizzazione del Contratto di Fiume per il Fiume Fiora.

Nella stessa sede abbiamo anche programmato, per i primi di ottobre, un’assemblea pubblica per la promozione del Bio-distretto “Colli Etruschi Montalto di Castro e Tuscania”, per condividere con la cittadinanza le progettualità e gli obiettivi, auspicando il coinvolgimento del maggior numero di imprese, in un’ottica di massimo supporto istituzionale alla realizzazione degli interventi e dei progetti contenuti nei programmi annuali.

Approfitto, infine, per ringraziare la direzione Agricoltura della Regione Lazio per il prezioso supporto dato all’Amministrazione in questa prima fase di avvio, il Dott. Peruzzi per il ruolo svolto di coordinatore del comitato promotore e per l’incarico di Presidente che ha accettato, l’Agri Viterbo, le imprese che hanno aderito al comitato promotore e le dieci imprese che hanno poi costituito il Bio-distretto.