Nucleare, anche Tarquinia (e Montalto, Tuscania e Canino) tra le 67 aree idonee per il deposito dei rifiuti radioattivi italiani

Ci sono anche Tarquinia, Ischia e Montalto di Castro, Canino, Tuscania, Tarquinia, Vignanello, Gallese, Corchiano nella mappa delle aree che potranno ospitare il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi italiani, stando almeno a quanto riportato oggi sulla versione digitale del Corriere della Sera in un articolo di Stefano Agnoli.

La Cnapi, vale a dire la Carta delle aree potenzialmente idonee, è un documento atteso da sei anni – i 25 criteri per definire le aree da selezionare sono stati fissati nel 2014-2015 – e reso pubblico ieri notte, come racconta Agnoli. E sono 67 i comuni potenzialmente idonei, suddivisi in cinque macrozone, compresa quella Toscana-Lazio con 24 aree tra Siena, Grosseto e Viterbo che comprende e le cittadine citate in apertura. La mappa nei dettagli si può consultare sul sito depositonazionale.it .

Obiettivo finale di questa selezione? Giungere alla localizzazione del sito che (e citiamo l’articolo) “in un primo momento dovrà contenere 78 mila metri cubi di rifiuti a bassa e media intensità e poi anche 17 mila metri cubi ad alta attività, questi ultimi per un massimo di 50 anni (per poi essere sistemati in un deposito geologico di profondità di cui al momento poco si sa)”.

“La superficie necessaria al Deposito – spiega Agnoli – sarà tutto sommato modesta, e pari a 150 ettari, di cui 110 per il Deposito e 40 per il Parco tecnologico. Una volta riempito, il Deposito avrà tre barriere protettive, e sarà poi ricoperto da una collina artificiale, una quarta barriera, e da un manto erboso. Le barriere ingegneristiche dovranno garantire l’isolamento dei rifiuti radioattivi per più di 300 anni, ovvero fino al loro decadimento a livelli tali da non essere più nocivi per la salute dell’uomo e dell’ambiente”.

Ora Regioni, enti locali e soggetti interessati presenteranno osservazioni e proposte tecniche, una consultazione pubblica di quattro mesi e una rielaborazione di altri tre mesi per giungere alla «Carta nazionale delle aree idonee», quindi la fase delle «manifestazioni di interesse» dei territori.