Papaveri e Papere: “I duetti: la magia della musica italiana ed il fascino del vero Made in Italy”

Peppe Iacomini, portierone della Corneto Tarquinia, oltre che appassionato ed esperto spettatore del Festival di Sanremo, torna a scrivere per lextra.news e ci dice la sua su quanto di canoro, mondano e spettacolare succede sul palco musicale più famoso d’Italia.

motta nada

Quarta serata: ultima esibizione prima della festa finale che decreterà il vincitore della sessantanovesima edizione del Festival della Canzone Italiana. Una maratona interminabile ma finita qualche minuto prima rispetto alle prime due serate.

24 esibizioni tutte da seguire e ammirare: ognuna con un ospite, alcuni con più di uno. E’ la serata dove ogni artista in gara dona una parte di sé ad personaggio che rappresenta una parte del suo mondo. Come da diversi anni, la serata del venerdì è considerata come una passerella. Uno spettacolo nello spettacolo dove diversi talenti si incontrano e danno lustro a dei pezzi che in un modo o in altro diventeranno senza dubbio una parte di noi.

La grande maratona canora toglie spazio ai presentatori e forse per il Claudio nazionale, e per tutto il pubblico a casa, è la vera fortuna. Solo musica e parole. Arte e sentimento. Virginia Raffaele si vede poco mentre Claudio Bisio riceve una vera e propria ovazione grazie ad Anastasio che risponde a suo modo (con il rap) al monologo padri-figli iniziato dal comico di Novi Ligure. Momento di assoluta forza e trasporto. Le parole del vincitore di X-Factor sono pugni nello stomaco e la sua rabbia un collante assoluto che ti appiccica allo schermo e ti rapisce totalmente.

Molti duetti hanno lasciato il segno nei telespettatori a casa. La giuria dirà che il migliore è stato quello di Motta insieme a Nada, ma sono state tante le collaborazioni che hanno fatto breccia nel cuore delle persone.

Irama con Noemi, ma anche Renga insieme a Bungaro e impreziosito dal bellissimo passo a due di una sublime Eleonora Abbagnato con Friedman Vogel, confermano di essere pronti per dare fastidio nella volata finale. Ultimo e Fabrizio Moro hanno fatto forse  la migliore esibizione mentre è stato simpatico vedere Cristina d’Avena, finalmente a Sanremo, con  Federica Carta e Shade.

Una super Bertè lancia nuovamente sul palco dell’ Ariston una Irene Grandi in grandissima forma. Canzone bella e interpretazione grintosa come ci si aspettava. Oltre alla musica, qualcuno come Nek e Paola Turci ha azzardato per un ospite del cinema e l’esperimento con  Neri Marcorè (Nek) e Beppe Fiorello (Paola Turci) ha dato ai brani un tocco di originalità convincente. Brunori Sas accompagna i The Zen Circus e funziona il sodalizio artistico di Ghemon con Diodato e i Calibo 35.

Buona la prova de Il Volo con il violinista Alessandro Quarta che riesce a dare modernità ad una canzone che molti giovani faticano a digerire. Superlativa invece la prova dei Negrita con Enrico Ruggeri.

Daniele Silvestri con Manuel Agnelli, Arisa con Tony Hadley dei Spandau Ballet e i Kataklò, Anna Tatangelo con Syria, Achille Lauro con Morgan, Einar con Biondo e Silvestre, Mahmood con Gue Pequeno ma anche i Boomdbasch con Rocco Hunt. Tanti duetti per grandissime performance che hanno divertito e generato curiosità su quello che poteva succedere.

Nigiotti è rimasto molto fedele alla sua versione originale e non sbaglia. Il suo testo, molto sentito e di trasporto emoziona ad ogni singolo ascolto. Stessa cosa per Simone Cristicchi che insieme a Ermal Meta ripropongono una versione di “Abbi cura di me” senza aggiungere chissà cosa dal momento che quel testo non ha bisogno di voli pindarici o acuti senza senso. Una poesia magnetica e un’ interpretazione di alto livello per una canzone che merita assolutamente di essere la vincitrice del 69° Festival di Sanremo.

Oltre ad Anastasio il vero grande ospite della serata è stato Luciano Ligabue: forse, però, la sua presenza andava gestita meglio visto l’impatto che ha avuto il Rocker di Correggio sulla musica Italiana. Ligabue presenta il suo nuovo singolo “Luci d’ America” e dopo esalta il pubblico con “Urlando contro il cielo”. Per un attimo si è tremato perché, come successo con tutti gli altri ospiti dell’edizione, si pensava che potesse intervenire Baglioni ma fortunatamente il pericolo è stato scampato. Con il Direttore artistico, ricordando le collaborazioni di Ligabue con Guccini, omaggio a quest’ultimo con una versione di “Dio è morto”.

Serata lunga, poco spazio per altro, ma sicuramente una notte di grande livello. I duetti come ogni anno funzionano e forse è questa la vera grande vittoria di Claudio Baglioni. Ora non ci rimane altro che aspettare la finale anche se ormai conosciamo tutto dei cantanti e delle loro canzoni. Come ogni anno il vincitore sarà solo uno e come sempre ci saranno quelli che saranno d’ accordo e quelli che grideranno allo scandalo come nella più grande e bella tradizione del Festival di Sanremo.